Autore: Natalia Nikonorova – 09/12/2020
Rapporto di Natalia Nikonorova – Ministro degli Esteri della Repubblica popolare di Donetsk – alla seduta del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (in formato Arria) dedicata all’anniversario del vertice di Parigi dei leader del Formato Normandia il 9 dicembre 2019
Note e traduzione a cura di Eliseo Bertolasi
2 dicembre 2020
«Egregi partecipanti all’incontro.
Prima di tutto, vorrei ringraziarvi per l’opportunità di parlare nel contesto della seduta odierna con una relazione sulla reale situazione nel Donbass e sul processo negoziale di Minsk. Nelle circostanze attuali, quando nel mondo gli eventi del Donbass, sono percepiti, praticamente, esclusivamente in base alla visione della situazione di Kiev, l’incontro di oggi è molto importante: ci dà l’opportunità di riferire il punto di vista della seconda componente del conflitto: le Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk. Inoltre, tutto ciò che andremo oggi a esporre, siamo pronti a confermarlo e lo confermeremo con fatti e argomenti concreti.
Ricordo brevemente le origini del conflitto: nel febbraio 2014 le forze nazionaliste effettuarono un colpo di stato a Kiev. E sebbene il popolo del Donbass fosse sdegnato da questa illegalità, ciò nondimeno, e attiro la vostra attenzione su un punto essenziale: nessuno esortò i residenti del Donbass a muovere guerra a Kiev o a separarsi dall’Ucraina. Al contrario, in numerose manifestazioni di quel periodo, gli stessi residenti della regione di Donetsk si rivolsero ai deputati del consiglio regionale locale con la proposta di agire come loro rappresentanti e di proteggere i loro diritti. Tuttavia, dopo che, alla fine di marzo 2014, tutti i deputati del consiglio locale erano già fuggiti dalla regione di Donetsk, mentre in Ucraina il caos e il sopruso proseguivano (il che vale almeno come un rifiuto della legge ucraina “Sulle basi della politica linguistica statale” votata il 23 febbraio 2014 dalla Verkhovna Rada, che concedeva alla lingua russa uno status regionale), ai residenti del Donbass non restò altra scelta se non quella di organizzare un analogo organo di rappresentanti locali (consiglio). Per di più, il 14 aprile 2014, le autorità ucraine annunciarono l’ATO (Antiterroristicheskaya Operatsiya – Operazione Antiterrorismo ndr.) e inviarono le Forze Armate Ucraine nel Donbass, e questo viola tutti i diritti umani basilari sanciti da atti fondamentali del diritto internazionale, come la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il Patto Internazionale sui Diritti civili e politici, la Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, ecc.
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