Autore: Angelo Travaglini – 22/072024
“La proiezione turca nei tormentati spazi di diretto interesse nazionale mostra da qualche tempo un nuovo interessante approccio. Esso costituisce un mutamento di rilievo rispetto a quanto ha contraddistinto sino ad un tempo recente la posizione di Ankara in materia.
Il riferimento è al quadro siriano le cui incidenze, presenti e future, sul precario scenario interno turco si stanno rivelando sempre più condizionanti.
La prova la si è avuta di recente con l’insorgere nella città di Kayseri, situata nel profondo dell’Anatolia, di tumulti in chiave anti-siriana, provocati da un episodio di violenza sessuale perpetrata da un rifugiato siriano ai danni di una minorenne, nel corso dei quali espressioni di condanna della politica di apertura del Presidente Erdogan verso la Siria si sono manifestate con estrema virulenza.
Tutto questo ha fornito ulteriore conferma del clima di malessere esistente nel Paese, dove perdura una crisi economica di lunga durata con livelli di inflazione che non accennano a calare, del quale il responso elettorale del 31 marzo scorso ha costituito un segnale altamente significativo.
Tumulti in Turchia cui ha fatto da contraltare la subitanea cruenta reazione nelle aree del nord-ovest siriano, controllate manu militari dalla Turchia in sinergia con le locali formazioni islamiste e jihadiste, di manifestanti armati in preda ad una collera irrefrenabile per quanto prodottosi oltrefrontiera ai danni di loro connazionali.
Eventi in Siria di impattante cruenta gravità segnati non solo da decine di morti ma anche dall’esplosione di un livore anti-turco che potrebbe costituire i prodromi di sviluppi mal auguranti per l’uomo forte di Ankara.
A tal proposito è bene ricordare che la Turchia ospita dal momento dello scoppio della guerra civile in Siria una cospicua comunità di rifugiati siriani, più di 3.5 milioni, da tempo esposti al covante risentimento, ora esploso, di cittadini turchi a loro volta vittime di un quadro economico-sociale interno assai precario del quale non si intravvedono segnali di un suo effettivo miglioramento.”
Seguita a leggere, scarica l’Analytical Dossier AD_06_2024 ISSN 2704-6419
Angelo Travaglini, entrato in carriera diplomatica nel 1973, ha ricoperto le relative funzioni presso varie sedi. Durante la sua prolungata esperienza in Africa nera, in particolare nelle due aree francofona ed anglofona, ha potuto misurare non solo gli effetti tutt’altro che esaltanti della colonizzazione europea ma altresì le carenze della Cooperazione allo sviluppo, dimostratasi incapace di incidere sui meccanismi che perpetuano l’arretratezza materiale e culturale di quelle realtà.
Altre aree coperte da Angelo Travaglini hanno riguardato l’Australia e l’Argentina dove per converso egli ha potuto costatare gli apporti del lavoro italiano in quei due Paesi a dimensione continentale. Di tali apporti ben visibili restano le tracce di quanto i nostri connazionali sono stati in grado di fornire nel processo di crescita e di sviluppo di quelle terre lontane.
Altrettanto interessante e formativa si è rivelata la sua esperienza nella sede di Copenaghen in Danimarca dove Travaglini nell’espletamento delle sue funzioni diplomatiche ha altresì allacciato fruttuosi rapporti con centri di studio e ricerca nordici finalizzati ad un approfondimento delle tematiche inerenti ai problemi di sicurezza della nevralgica area baltica. Una volta lasciata la carriera Travaglini si è concentrato sullo studio delle realtà arabo-islamiche, fornendo contributi di pensiero nella sua qualità di “Cultore di Storia dei Paesi islamici”, titolo conferitogli dall’Università di Torino. Gli approfondimenti da lui forniti hanno interessato e continuano ad interessare particolarmente gli scacchieri della Penisola arabica e del Levante.
Il suo ultimo saggio è: Yemen. Dramma senza fine. Edizioni Citta del Sole, 2022 – ISBN 978-88-8238-312-1