Autore: Giuseppe Romeo – 24/07/2023
Dopo Vilnius. Una o più … o nessuna Nato.
Il futuro di un’Alleanza tra egemonia neoimperiale e nazionalismi di ritorno.
A distanza di poco più di due settimane dal termine del vertice atlantico di Vilnius si possono azzardare alcune valutazioni tra quanto detto, scritto, pensato e dichiarato. Tra l’essere il summit delle aspettative di tutti o l’ennesimo incontro nel quale tutti si promettono tutto e poi in pochi manterranno ciò che sarà possibile mantenere. O, se si vuole, Vilnius potrebbe rappresentare o rappresenta senza ombra di dubbio una ragione in più per comprendere una Alleanza Atlantica che di atlantico, man mano che sposta la sua asticella verso Est, sembra avere ben poco. E non si tratta solo di Ucraina o di Russia o delle reiterate formule assicurative che trasformano la Nato in una sorta di polizza assicurativa con franchigia per gli Stati membri dell’Europa orientale, che affidano se stessi al riguardo del più forte, quasi evocando la promessa di protezione eterna di fronte a una sorta di nuova guerra del Peloponneso a latitudini prossime a quelle già care a Tucidide. Latitudini, queste, dove la ragione del più forte dovrà necessariamente prevalere e che per un solitario – almeno così come ce lo hanno consegnato le foto – Volodimyr Zelensky, seppur promosso a presidente di guerra, ciò potrà accadere solo all’interno di una Nato più forte militarmente, politicamente assertiva solo se comprenderà Kiev. Un fantasma, Tucidide, che alberga nei sogni di potenza, ricordato non a caso nella versione trasfigurata da un attento Graham Allison (ricordate il Destined for War) e della geopolitica d’effetto tipica della tradizione d’oltreoceano e che si risolve in quella “trappola” (Thucydides’ Trap) che segna il possibile, ma da scongiurare, scontro tra Cina e Stati Uniti. Entrambe, quasi improbabili omologhi delle immortali Città-Stato per antonomasia, le cui vicende dovrebbero ricordare che la logica del più forte se segna le ragioni delle parti ne segna anche i loro destini non sempre di gloria.
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L’Autore: Giuseppe Romeo. Accademico, analista politico e pubblicista, è autore di diversi articoli scritti per riviste di settore nell’ambito della difesa e della storia delle relazioni internazionali tra le quali “Rivista Militare”, “Informazioni della Difesa”, “Affari Sociali Internazionali”, “Geopolitica”, “Imperi” oltre che per “Rivista di Politica”. Tra i volumi pubblicati, oltre alle opere monografiche dedicate al diritto e al Mediterraneo, si ricordano La politica estera italiana nell’era Andreotti (2000); Eurosicurezza. La sfida continentale. Dal disordine mondiale ad un ordine europeo (2001); La fine di un mondo. Dai resti delle torri gemelle una nuova teoria delle relazioni internazionali (2002); La guerra come destino? Palestinesi ed israeliani a confronto. La paura della pace (2002); L’acqua. Scenari per una crisi (2005); All’ombra della mezzaluna. Dopo Saddam, dopo Arafat, dopo la guerra (2005); L’acqua. Scenari per una crisi (2005); Il Fronte Sud dell’Europa. Prospettive economiche e strategie politiche nel Mediterraneo (2007); L’ultimo soldato. Pace e guerra nel nuovo mondo (2008); La Russia post-imperiale. La tentazione di potenza (con Alessandro Vitale, 2009); Un solo Dio per tutti? Politica e fede nelle religioni del Libro (con Alessandro Meluzzi, 2018); Da Vienna a Parigi. Gli ultimi giri di valzer. La Grande Guerra, la Conferenza di Pace e l’ordine mondiale. Storia di un’Europa sconfitta (2021); Guerre Ibride. I volti nuovi del conflitto (2021); Una nazione incompiuta. L’Italia: dal sistema dei partiti alla crisi della democrazia (2022); La Nato dopo la Nato. Perché l’Alleanza rischierà di implodere (2023).