Autore: Alberto Cossu – 05/01/2023
ANTARTIDE: UN MODELLO DI GOVERNANCE ALLA PROVA DELLA DEGLOBALIZZAZIONE
Quando si parla di Antartide la si associa ai grandi cambiamenti climatici, allo scioglimento dei ghiacciai, alle basi scientifiche plurinazionali che, ormai da decenni, su quel territorio svolgono ricerche sulla biodiversità, l’ambiente e il clima. Si parla, invece, meno del ruolo geopolitico che il continente ha nel contesto del nostro pianeta. L’Antartide[1] è un continente geograficamente collocato nel Polo Sud con un’estensione di circa 14 milioni di km2 – una volta e mezzo gli Stati Uniti- di grande importanza per gli equilibri ambientali e climatici globali, regolato dall’omonimo Trattato firmato a Washington da 12 stati nel 1959, entrato in vigore due anni dopo nel giugno del 1961 e governato dal Sistema del Trattato Antartico[2]. Esso rappresenta un modello dei meglio riusciti per la cooperazione internazionale al fine di mantenere la pace e garantire una gestione comune delle risorse di un intero continente[3]. Per la sua lontananza dagli altri continenti, l’Antartide fu scoperto soltanto nei primi anni del 1800. Il capitano inglese James Cook fu il primo a circumnavigare l’Antartide ma non ad avvistarlo. Una spedizione russa guidata dall’ufficiale della Marina ed esploratore Fabian von Bellingshausen circumnavigò l’Antartide e scoprì alcune isole al largo della costa nel 1821. Da allora in poi si sono alternate diverse spedizioni di nazionalità statunitense, francese, britannica ecc. che sono sbarcate sul continente e lo hanno esplorato in molte parti. L’Antartide però rimane ancora in buona parte ignoto perché circa il 32% della superficie è inesplorata da parte dell’uomo[4].
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[1] https://education.nationalgeographic.org/resource/antarctica
[2] https://docu.plus/it/doc/geografia/l-antartide/20223/view/
[3] https://www.affarinternazionali.it/archivio-affarinternazionali/2009/11/il-futuro-dellantartide-e-gli-interessi-dellitalia/
[4] Federico Petroni, Alla conquista dell’Antartide, Limes n°12 dicembre 2020, pp. 190