L’acqua una risorsa strategica. Essa rappresenta il principale elemento del pianeta e nonostante ne ricopra la maggiore superficie, molte persone e molti paesi non riescono ad accedere a questo bene prezioso ed indispensabile.
Autore: Pietro Minei – 12/06/2020
Il 71% della superficie terrestre è ricoperta di acqua. Essa rappresenta il principale elemento disponibile sul pianeta. Tuttavia l’acqua dolce rappresenta solo il 3% dell’acqua presente sulla terra e solo una minima parte di questa è idonea all’agricoltura. La risorsa idrica in agricoltura è il fattore più importante e limitante per lo sviluppo. I rapidi cambiamenti climatici in atto stanno privando vaste aree del pianeta di questa indispensabile risorsa, impoverendo le popolazioni e generando conflitti per il suo controllo. Si stima infatti che circa 4 miliardi di persone non riescono ad accedere all’acqua utile a soddisfare i fabbisogni minimi giornalieri. L’ Area Mediterranea è particolarmente interessata al fenomeno della desertificazione, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche e soprattutto da un punto di vista sociale e geopolitico. Le ondate migratorie degli ultimi anni ci hanno mostrato scenari del tutto inaspettati ed al di sopra di ogni ragionevole aspettativa. Se dovessimo analizzare quali sono le motivazioni che hanno generato gli esodi di intere popolazioni, sicuramente emergeranno problematiche quali la povertà, i conflitti regionali, le persecuzioni delle minoranze. Quasi sempre le aree interessate a queste problematiche hanno in comune gli effetti del cambiamento climatico ovvero, la scarsità delle risorse indispensabili allo sviluppo quindi l’acqua ed il suolo fertile e di conseguenza la mancanza di cibo. I conflitti si aggravano quando la risorsa idrica è condivisa tra diversi stati. E’ il caso del Fiume Giordano, del Sistema Acquifero Guaranì in Sudamerica , ma il numero di conflitti è in grande crescita, tant’è che le Nazioni Unite hanno stilato una mappa mondialeglobale in grado di prevedere dove potrebbero sorgere conflitti legati alla carenza idrica.⃰ Senza acqua, senza cibo, senza salute, senza casa ed energia, nessun modello di sviluppo può essere praticabile. La risorsa idrica potabile rappresenta il primo presupposto per lo sviluppo. Ma perché l’acqua scarseggia? Le cause sono diverse come ad esempio l’utilizzo quasi esclusivo da parte delle multinazionali di circa il 75%, la mancanza di piogge per lunghi periodi, l’innalzamento delle temperature medie stagionali, l’uso insostenibile delle acque di irrigazione, la mancanza di infrastrutture, la mancanza di innovazione nel settore agricolo, uno scorretto utilizzo della risorsa idrica, l’impiego di colture intensive o che richiedono enormi volumi di acqua come, ad esempio, nel caso del cotone egiziano che utilizza più di 128.000 litri di acqua per ettaro al giorno: numeri spaventosi.
Il problema non è solo la mancanza di disponibilità della risorsa, ma anche la scarsa qualità di quella disponibile che ne rende impossibile l’utilizzo. La scorretta gestione delle risorse idriche in agricoltura ha causato il fenomeno della desertificazione del terreno, fenomeno che interessa anche molte aree del Sud Italia. Paradossalmente la causa della desertificazione è stata la stessa l’acqua utilizzata per l’irrigazione, con contenuti di sodio notevolmente superiori al limite massimo consentito e che dalla falda (spesso contaminata dall’acqua marina) è stato trasportato e depositato sulla superficie del terreno desertificandolo. La mancanza di conoscenza delle analisi preliminari (necessarie per valutare l’idoneità dell’acqua ai fini irrigui) e la mancanza di conoscenza delle tecniche agronomiche (utili a limitare gli effetti negativi causati dall’impiego di acque non idonee) hanno causato danni oltre che alle colture anche e soprattutto all’economia. Infatti i cali di produzione procurati dalla presenza di alte concentrazioni di sodio nelle acque di irrigazione, possono raggiungere percentuali maggiori del 40%, rendendo praticamente persa un’annata produttiva. Negli ultimi anni stanno assumendo particolare interesse le acque reflue derivanti dagli scarti dell’industria, delle stalle, dei frantoi, scoli delle città. Queste categorie di acque per essere idonee ai fini irrigui devono essere preventivamente depurate, richiedendo pertanto dispendio energetico.
Spesso l’utilizzo dell’acqua è troppo oneroso rispetto al tornaconto e molte realtà produttive cessano la propria attività. La mancanza di acqua impoverisce i territori causandone lo spopolamento e l’abbandono. La corretta gestione dell’acqua dovrebbe essere il punto di partenza del già complesso dibattito sul clima ed ambiente. Il principale obiettivo che la comunità internazionale dovrebbe perseguire è rendere facilmente accessibile l’acqua all’intera popolazione mondiale proprio per contrastare gli squilibri geopolitici che spesso causano conflitti, ridurre gli sprechi con l’impiego delle nuove tecnologie, dotarsi di nuove infrastrutture per l’approvvigionamento, la gestione e la distribuzione. Diffondere le nuove conoscenze agronomiche ed ingegneristiche nei paesi in via di sviluppo. Il tema della corretta gestione delle risorse idriche in agricoltura è molto complesso e richiede ampi ed attenti approfondimenti sia dal punto di vista puramente tecnico ed anche dal punto di vista degli equilibri geopolitici.
*https://www.waterpeacesecurity.org/map
Pietro Minei, analista di Vision & Global Trends