Autore: Greta Bordin – 06/06/2021
Le sfide dell’Iran contemporaneo
Data: Venerdì, 4 Giugno 2021, ore 16:00:00 CEST
Argomento: Presentazione del volume Contemporary Domestic and Foreign Policies of Iran– Abdolmohammadi, P. & Cama, G.
Il webinar dedicato alla presentazione e discussione del libro Contemporary Domestic and Foreign Policies of Iran a cura del Prof. Pejman Abdolmohammadi (PhD) – professore di Storia e Politica del Medio Oriente presso la Scuola di Studi Internazionali dell’Università di Trento e Ricercatore Associato dell’Istituto Italiano di Politica Internazionale (ISPI) – e del Prof. Giampiero Cama – professore ordinario all’Università degli Studi di Genova, dove insegna Relazioni Internazionali e Scienza Politica – è stato organizzato e promosso da Vision & Global Trends – International Institute of Global Analyses, in collaborazione con la Scuola degli Studi Internazionali dell’ Università di Trento e il Dipartimento di Scienze Politiche dell’ Università di Genova. L’incontro online è stato brillantemente coordinato dal moderatore, Dott. Tiberio Graziani, Chairman di Vision & Global Trends, il quale ha espresso acuti commenti e personali opinioni in merito all’Iran contemporaneo e ai temi sollevati dagli Autori. Gli Autori – Prof. Abdolmohammadi e il Prof. Cama – hanno trovato ampio sostegno nell’esporre un quadro chiaro e preciso della politica interna ed estera, della complessa identità legata a tradizione e modernità, dello schema evolutivo, e delle problematiche future con le quali il sistema politico dell’Iran contemporaneo è costretto ad interfacciarsi, nel contributo dell’ex-Diplomatico e Ambasciatore, Alberto Bradanini e di Carlo Giovanni Cereti, professore ordinario alla Sapienza Università degli studi di Roma, iranista, e Consigliere culturale dell’Ambasciata d’Italia a Teheran dal 2009 al 2017.
L’Iran contemporaneo è costellato da diverse sfide, che per essere comprese nella loro totalità, è necessario innanzitutto inquadrare il contesto nel quale l’Iran si colloca nel più ampio spazio internazionale: il grande Medio Oriente. L’Ambasciatore Alberto Bradanini, ha rimarcato l’importanza del soffermarsi sulla collocazione regionale del paese, in quanto la sua strategica posizione geografica, a metà tra il Medio Oriente comunemente conosciuto e l’Asia occidentale che pone l’Iran come mediatore, e i valori identitari mediorientali propri di questo polo regionale sono parte integrante dell’Iran e della sua storia, così come delle sue aspirazioni. Essenziale non dimenticare come caratteristiche comuni del Medio Oriente la scarsa consapevolezza della natura sociale, così come il fattore religioso, l’esigua o la totale assenza di secolarizzazione, la prevalenza di sistemi statuali non democratici, e la presenza dei c.d. “popoli di troppo” (p.e., i Palestinesi e i Curdi).
Basandosi su tale quadro generale, il Prof. Carlo Giovanni Cereti ha sottolineato il ruolo principe della storia secolare dell’Iran e di come essa continui ad essere preponderante anche nell’Iran contemporaneo, scontrandosi a volte con la crescente multidimensionale modernità. Egli, inoltre, ha sollevato temi rilevanti, condivisi dai Relatori presenti, quali la razionalità della politica estera iraniana, funzionale alla difesa del paese da pressioni esterne e all’aspirazione di affermarsi come potenza regionale grazie alle sue risorse economiche e militari, il frequente utilizzo, da parte delle grandi potenze (specialmente gli Stati Uniti), dei diritti umani come strumento politico per spiegare un’azione offensiva nei confronti di un altro Stato e per diffondere il proprio dominio, violando sistematicamente il diritto internazionale e la sovranità altrui, e, infine, l’ibridità governativa del paese. Ibridità governativa che è stata ripresa dal Prof. Giampiero Cama, enfatizzandone l’unicità rispetto ad altri regimi di simile entità. L’Iran, difatti, mostra un pluralismo “genuino”, che tocca sfere che generalmente non vengono incluse in sistemi autoritari. Ciò consente una maggiore flessibilità di risposta del regime ai mutamenti, ma dimostra anche una certa vulnerabilità nella sua limitata libertà di manovra. Emerge quindi un quesito che trova fondamento nella capacità del regime di soddisfare le esigenze nazionali della nuova generazione emergente, così come le sfide provenienti dalle opposizioni esterne al paese, mantenendo le attuali “basi di legittimità” che risiedono nella Repubblica Islamica, o se, per poter superare tali problematiche, il paese sia costretto a modificare queste basi, cambiando, di conseguenza, la sua forma statuale.
La nuova generazione emergente è stata ampiamente e dettagliatamente trattata dal Prof. Pejman Abdolmohammadi, introducendo, molto probabilmente, la principale sfida dell’Iran contemporaneo: la demografia generazionale. A partire dal 2017, la maggior parte della popolazione iraniana ha cominciato progressivamente a distaccarsi dall’ “ideologia” komeinista degli anni della Rivoluzione, sia da un punto di vista prettamente sociale – come l’utilizzo sempre più marcato da parte delle generazioni più giovani di elementi simbolici nazionalisti e secolari risalenti alla Persia preislamica – sia da un punto di vista istituzionale: negli ultimi anni, infatti, il ceto dirigente non sembra essere riuscito ad includere nel tessuto economico- produttivo e sociale del Paese alcuni strati delle classi meno abbienti. Sorge quindi un’altro quesito, legato al passaggio dell’eredità sociale della Repubblica Islamica alle generazioni future.
Tale sfida generazionale demografica, assieme agli altri elementi discussi e alle pressioni provenienti dal sistema internazionale, in particolar modo da Washington e dalle altre potenze regionali mediorientali, costituisce un banco di prova per la capacità di resilienza della Repubblica Islamica nel medio e lungo periodo. Su tale fronte, il dibattito si conclude con alcune considerazioni sulle possibili evoluzioni strutturali dell’Iran. Nella eventualità di un cambio di regime, Il Dott. Tiberio Graziani avanza l’ipotesi di un possibile scenario post-Sovietico; secondo Graziani, infatti, non sarebbe del tutto irrealistico che, analogamente a quanto successe in Russia dopo il disfacimento dell’URSS e il susseguente periodo eltsiniano, quadri provenienti da settori dell’intelligence dell’attuale regime o perfino dai pasdaran possano costituire una nuova classe dirigente attenta al mantenimento della sovranità nazionale che costituisce, sempre secondo Graziani, un elemento caratteristico dell’attuale Repubblica islamica dell’Iran. Il Prof. Giampiero Cama prevede invece due possibili soluzioni: un indirizzamento del sistema autoritario in senso nazionalistico o di una transizione democratica, previa insorgenza di una strutturata opposizione politica con una forte leadership, di cui l’Iran attualmente è sprovvista. L’Ambasciatore Alberto Bradanini non ha espresso una positiva evoluzione futura del regime a causa della rigidità e della sostanziale omogeneità di quest’ultimo; dall’altro lato invece, il Prof. Carlo Giovanni Cereti ha una più ottimistica prospettiva.