Autore: Eliseo Bertolasi – 3/11/2019
Il Mar Caspio posto come cerniera tra l’Asia Centrale e la regione caucasica sta sempre di più acquisendo rilevanza geopolitica, sia come zona di transito dei gasdotti dall’Asia Centrale verso il Mar Nero e quindi verso l’Europa, sia per la presenza, sulle sue coste, di paesi a orientamento geopolitico variabile.
La Russia, da parte sua, tenta di mantenere la sua influenza sulle ex-repubbliche sovietiche, al fine di creare una fascia di paesi amici lungo i suoi confini. Una zona che Mosca considera “Estero Vicino” (Blizkoe Zarubezhe), vale a dire uno spazio storicamente, politicamente ed economicamente legato ai suoi interessi vitali. Questa aspirazione, certamente, senza ipotizzare una ricomposizione “imperiale”, ma finalizzata a una sorta di “reintegrazione sovrastatale” delle repubbliche ex-sovietiche
Per contro, gli Stati Uniti e i loro alleati nel quadrante dell’Asia Centrale senza mettere in discussione il diritto dei singoli paesi di partecipare a formazioni di “reintegrazione sovrastatale” con la Federazione Russa (Comunità degli Stati Indipendenti, Unione Economica Eurasiatica, Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva) hanno iniziato a stabilire una cooperazione con i governi delle ex-repubbliche sovietiche su sfere non sempre di tipo economico, ma anche di valenza militare: dall’esportazione di armi e tecnologia militare, fino a varie forme di cooperazione finalizzate, almeno negli intenti dichiarati, alla lotta contro il terrorismo e l’estremismo islamico.
L’altro bacino marittimo, quello del Mar Nero, che fino a poco tempo fa poteva essere considerato un mare interno, con l’inizio della crisi ucraina e con la NATO sempre più presente non solo nei paesi rivieraschi Bulgaria e Romania, di recente membri dell’Alleanza Atlantica, ma anche in manovre congiunte con Ucraina e Georgia, assume sempre di più rilevanza come linea di faglia tra la Russia e l’Occidente. Navi militari della NATO, pur nell’ambito delle limitazioni stabilite dalla Convenzione di Montreux navigano ormai con una certa frequenza sulle acque del Mar Nero.
Alla luce di queste dinamiche i paesi rivieraschi del Mar Caspio hanno concordato e regolarizzato l’uso congiunto del loro bacino marittimo. La conforme “Convenzione sullo status giuridico del Mar Caspio” che su 24 punti prevede l’utilizzo di questo mare interno, già firmata ad Aktau (Kazakistan) il 12 agosto 2018 in occasione del V Summit “del Caspio” da Russia, Azerbaigian, Kazakistan, Turkmenistan e Iran, il 19 settembre di quest’anno è stata ratificata in una riunione plenaria dalla Duma di Stato della Federazione Russa.
Le disposizioni del documento determinano il modo in cui i paesi costieri del Mar Caspio coopereranno sullo stesso bacino idrico. Pertanto, nel testo è iscritto: il regime di navigazione, la procedura per l’uso collettivo del bacino idrico, il meccanismo per stabilire i confini delle acque territoriali e delle zone di pesca, la demarcazione del fondo e del sottosuolo del Caspio in settori e le condizioni per la posa di cavi e condutture.
A ogni Paese spetta un’estensione di 15 miglia nautiche di acque territoriali e 10 miglia nautiche di zona di pesca. Per la prima volta viene stabilito un confine chiaro sul mare, anziché il precedente, discutibile, lungo le coste. La navigazione sulle acque territoriali è consentita esclusivamente sotto le singole bandiere dei Paesi aderenti alla Convenzione. Il volume collettivo del pescato verrà congiuntamente stabilito dai Paesi e distribuito in base alle quote nazionali.
A parte, è inserita la procedura per lo spiegamento di strutture e basi militari sulla regione del Mar Caspio. Pertanto, tutte le parti s’impegnano a non schierare forze armate “altrui” sui loro territori. Le costruzioni militari sono consentite “entro limiti di ragionevole sufficienza”, inoltre le misure di fiducia nel campo dell’attività militare dovrebbero essere condotte “nello spirito di prevedibilità e di sufficienza”.
I Paesi non avranno il diritto di concedere il loro territorio ad altri paesi per lo svolgimento di attività militari, o d’aggressione contro i loro vicini del Caspio. Le navi da guerra dei Paesi firmatari della Convenzione potranno fare scalo in porti stranieri solo in caso di catastrofe, o di minaccia di vita per l’equipaggio, per cause di forza maggiore.
Come riportato dall’Agenzia Federale d’Informazione (Federaln’oe Agentstvo Novostej), il portavoce della Duma di Stato Vjacheslav Volodin ha affermato: “Il Mar Caspio ha una notevole importanza geopolitica, commerciale, economica e strategica, è un sistema ecologico unico. Con la sua posizione eccezionale unisce Russia, Azerbaigian, Iran, Kazakistan e Turkmenistan”.
A suo avviso, la ratifica della Convenzione sullo status del Caspio amplierà la cooperazione tra i Paesi della regione caspica.
“La Convenzione che la Duma di Stato oggi ha ratificato rappresenta un risultato significativo di diplomazia e la conferma delle relazioni amichevoli dei nostri Paesi”, ha riferito Volodin, aggiungendo: “Il documento conferma l’uso del mare a scopi pacifici, stabilisce il regime della navigazione e la modalità d’utilizzo collettivo del bacino, stabilisce inoltre il principio di base delle attività congiunte nel Mar Caspio – l’espansione della cooperazione reciprocamente vantaggiosa in tutte le sfere”.
Volodin ha osservato che gli stati interessati sono giunti alla firma e alla ratifica della Convenzione dopo circa 20 anni di lavori scrupolosi, sottolineando: “I paesi costieri del Mar Caspio hanno mostrato coerenza nelle loro decisioni, desiderio di dialogo paritario e di uso equo delle risorse della regione”.
L’ambasciatore con incarico speciale del ministero degli Esteri (della Federazione Russa) Igor Bratchikov ha sottolineato che la Convenzione soddisfa gli obiettivi strategici della Russia verso il Caspio e coincide con gli interessi russi in quella macroregione: “La regolazione del Caspio è particolarmente importante, ora, nel contesto di crescente turbolenza della situazione globale e di vicinanza, del Caspio, a regioni in crisi e a focolai d’instabilità. È importante che gli Stati della regione caspica abbiano dimostrato la loro capacità a risolvere problemi complessi senza “ricette” imposte dall’esterno”.
Bratchikov ha inoltre osservato che tutto ciò rappresenta un caso unico, nel quale, per il Mar Caspio, è stato creato uno speciale regime giuridico esclusivo, che opererà solamente su una determinata regione. Ha inoltre evidenziato che alcune delle norme stabilite per l’interazione tra i Paesi del bacino del Caspio differiscono dalla legislazione della Federazione Russa.
Il deputato della Duma Anton Morozov ha affermato che la Convenzione contribuirà a sviluppare le relazioni con l’Iran: “L’Iran, in questo senso, è un nostro partner importante. Sfortunatamente la contrapposizione tra Stati Uniti e Iran sarà a lungo termine. L’Iran sarà obbligato a sviluppare la cooperazione con la Russia nel settore energetico. Ora l’Iran è sottoposto a pressioni sanzionatorie da parte degli Stati Uniti, alle sue navi cisterna vengono sbarrate le rotte tradizionali di approvvigionamento del petrolio. Sulle coste del Caspio l’Iran non ha ancora abbastanza infrastrutture per le forniture di petrolio, ritengo, che in futuro, in relazione al transito energetico l’Iran si orienterà verso la Russia e verso i suoi vicini del Caspio”.
In seguito alla ratifica della Convenzione, il Caspio riceve lo status di mare “chiuso”, sul quale non potranno essere dislocate navi da guerra di stati che non siano partecipi alla Convenzione. La Duma di Stato ritiene che in futuro questa pratica possa venir utilizzata anche per altre regioni d’interesse strategico per la Russia.
Eliseo Bertolasi, analista senior – Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses