Autore: Giuseppe Gagliano – 04/07/2019
Recentemente il principe Moulay El Hassan in rappresentanza del re Mohammed VI ha inaugurato il Tangeri Med 2, il progetto titanico iniziato 9 anni prima per trasformare il Marocco in uno dei principali centri logistici a livello mondiale. Infatti Tangeri Med ha permesso al porto di triplicare la sua capacità, da 3 milioni a 9 milioni di container all’anno. Per la sua realizzazione sono stati investiti 88 miliardi di dirham, di cui 53 provenienti dal settore privato e tutto ciò rappresenta certamente un esempio di successo in termini di partnership pubblico-privato.
Situato sullo Stretto di Gibilterra, a 40 km da Tangeri e 14 km dalla costa spagnola, Tangeri Med ora supera i propri concorrenti e cioè Porto Said sul Canale di Suez e Durban in Sud Africa. La centralità di Tangeri Med è determinata dal fatto che più di 139 miliardi di dirham di beni sono passati lo scorso anno attraverso Tangeri-Med, ovvero il 50% delle esportazioni del Marocco. Pur intensificando gli scambi con l’Africa sub-sahariana, Tanger Med ha, per la prima volta nel 2018, collegato i porti di Gibuti, Irlanda, Bahrein, Guatemala e Madagascar. Ebbene, il 40% del traffico è destinato all’Africa e i costi logistici – nell’Africa sub-sahariana – sono diminuiti grazie a Tangeri Med. Non dobbiamo dimenticare che, in termini di distribuzione del traffico di container per tonnellaggio per area geografica, l’Africa rappresenta esattamente il 38% del volume, precedendo l’Europa (27%) e l’Asia (26%). Grazie a Tangeri Med vi sono 912 aziende nei settori industriale, logistico e dei servizi e, fra questi, troviamo Bolloré, la coreana Hands (cerchi in alluminio), la giapponese Fukurawa, esperta nel settore della fibra ottica, la tedesca Prettl (cablaggio automobili) e la ZTT cinese (anche questa specializzata fibra ottica).
In parallelo con la piattaforma industriale Tanger Med Zones (TMZ) che integra i settori automobilistico, aerospaziale, logistico, tessile e dei servizi, Tanger Free Zone (TFZ) rappresenta la principale zona libera dell’Africa. Da parte sua, la Medhub Free Logistics Zone, aperta dal 2008, offre una serie di vantaggi fiscali e doganali ai propri clienti, tra cui Bolloré, Bosch, Emirates e Société Nationale du Transport et de la logistique (SNTL).
Nel 2018, il fatturato di Tangeri Med ammontava a circa 80 miliardi di dirham.
L’attrattiva, sotto il profilo economico, dovrebbe essere ulteriormente rafforzata con la costruzione della Cité Mohammed VI Tangeri Tech. Un progetto questo che è stato possibile grazie alla Tangier Tech Development Company (SATT) e alla società cinese China Construction Communication Company. La smart city marocchina dovrebbe ospitare industrie e multinazionali su oltre 2.000 ettari.
Quali sono le conclusioni da trarre sotto il profilo strettamente geopolitico?
In primo luogo, i porti – come le basi militari – hanno da sempre costituito uno strumento di proiezione di potenza delle nazioni.
In secondo luogo, si rafforza la presenza cinese in Africa – insieme a quella tedesca – ma soprattutto si rafforza la presenza delle industrie cinesi specializzate in fibra ottica, poiché la Cina mira a superare gli Stati Uniti, costruendo una via della seta digitale alternativa e concorrente a quella americana passando anche attraverso l’Africa.
Infine, la presenza della multinazionale francese Bolloré, non solo rafforza la presenza francese in Africa ma costituisce un chiaro segnale in funzione antiamericana e soprattutto costituisce uno strumento per contenere la presenza di Soros nel continente africano.
Giuseppe Gagliano, Presidente del Centro Studi Strategici Carlo De Cristoforis