Autore: Andrej Il’nitskij – 17/05/2019
L’ideologia di assicurare il futuro. Nella guerra dell’informazione vince solo chi attacca.
Il programma di strutturazione delle Forze Armate della Federazione russa ed il Programma Statale di Sviluppo degli Armamenti per il 2027 sono stati pensati su scala decennale. Questi programmi hanno il compito di garantire la sicurezza del Paese e la nostra leadership tecnologica nella sfera militare del XXI secolo. Tuttavia, per una svolta futura, la Russia ha anche bisogno di una strategia dettagliata di riarmo ideologico, in una politica di valore basata sul rilascio delle energie presenti nella società.
Carl von Clausewitz nel suo libro “Sulla Guerra” scriveva: «L’obiettivo di ogni guerra – è costruire un mondo di pace per il vincitore». È chiaro che né la pace nucleare né quella post-nucleare possono garantire tutto questo. Il deterrente nucleare oggi è forse il fattore principale in grado di garantire la stabilità globale.
La possibilità di un conflitto diretto con utilizzo di armamenti nucleari è poco probabile. Durante uno dei suoi interventi pubblici il Capo di Stato Maggiore della Forze Armate russe – Primo Viceministro della Difesa, Generale Valerij Gerasimov, ha dichiarato: “Nei conflitti moderni, l’accento sulle strategie di lotta impiegate si sta spostando sempre più verso un’applicazione congiunta di strumenti politici, economici, informatici e non militari, da associare alla classica forza militare”.
Lo scontro sarà sempre più condotto non solo nello spazio marittimo e aereo, ma anche in altre sfere di azione, inclusi lo spazio, l’informazione, il cyberspazio e perfino la coscienza di massa delle persone. L’Occidente sta lavorando intensamente in questa direzione.
Ecco alcuni fatti.
Nel Giugno 2016 il Summit NATO di Varsavia ha riconosciuto il cyberspazio come area operativa, equiparandolo alle tradizionali sfere di cooperazione internazionale.
Nel Febbraio 2017 sono stati adottati il Piano aggiornato di difesa informatica e la “Road map” per lo sviluppo del cyberspazio come nuova sfera operativa.
L’8 novembre 2017 si è tenuta la riunione del Consiglio dei Ministri della Difesa aderenti alla NATO, nella quale si è raggiunto un accordo sulla creazione di un Centro per le operazioni informatiche.
Nel 2017 ad Helsinki è stato operto il Centro Europeo per la Lotta alle Minaccie Informatiche. Al suo funzionamento partecipano dodici paesi dell’Europa occidentale. Il Centro rappresenta una piattaforma per la cooperazione nella sfera ideologica tra l’Unione Europea e la NATO.
Il quotidiano The Guardian il 13 Marzo 2019 scrive: «L’Esercito britannico recluta filosofi, psicologi e teologi per cercare nuovi metodi di guerra psicologica e manipolazioni comportamentali, come dimostrano le informazioni trapelate”. L’Università di Cambridge costituiva uno degli istituti inclusi nella lista, compilata dai laboratori tecnologici del Ministero della Difesa (DSTL), per la ricerca di un partner in grado di finanziare con un budget di circa 70.000 sterline un progetto riguardante il potenziale di ricerca nel campo delle scienze umanistiche e sociali (HSSRC), studiando il modo in cui l’arte, le scienze umanistiche e le scienze sociali possono plasmare le strategie militari e quelle della sicurezza, “operazioni psicologiche” incluse.
Dal Febbraio 2019, presso una delle più prestigiose istituzioni universitarie americane – la Georgetown University, si tiene il corso denominato “la guerra ibrida della Russia”, secondo quanto riportato sul sito web ufficiale dell’università. «Dopo le elezioni, negli Stati Uniti è aumentata la consapevolezza riguardo a nuove forme di guerra utilizzate dal Cremlino e di come questo coinvolge la nostra società ed i nostri cittadini”, riporta la descrizione del corso. Le lezioni riguardano “la dottrina e l’ideologia della Russia”. Nell’ambito del programma è prevista la valutazione di esempi, così come lo studio di tattiche e operazioni.
La guerra del domani, come già quella odierna, è sotto molti aspetti la guerra delle tre “C”: Cyber, Cognitiva, Convenzionale. Per questo nuovo tipo di guerra fredda non esiste una soglia del dolore. L’obiettivo delle azioni dell’Occidente nel complesso è chiaro – imporre una guerra cognitivo-ideologico-informatica. L’obiettivo non è di tipo “cinetico” (ottenere una sconfitta con missili, proiettili e bombe), ma di tipo “cognitivo” – manipolare le informazioni per influire su pensieri e comportamenti, agendo sul morale, la coesione, la stabilità politica, fino ad intaccare la volontà di resistenza del nemico.
La “vitalità del sistema” è un concetto fondamentale nelle scienze militari. Il nucleo del sistema deve mantenere la capacità operativa a fronte di ogni impatto e, in caso di danneggiamento, deve poter ripristinare rapidamente la capacità di svolgere compiti funzionali all’intero sistema.
Il nucleo di ogni nazione è rappresentato da cultura, storia, lingua, tradizioni, ideali e obiettivi comuni. Questo di solito viene definito con una sola parola: ideologia. Per indebolire e distruggere la vitalità di una nazione, senza una azione militare diretta, è necessario distruggerne il nucleo ideologico.
La tecnologia e le armi rappresentano l’oggi. L’educazione il domani. La scienza il dopodomani. L’ideologia è il navigatore di una nazione che mette in collegamento passato, presente e futuro. Il Presidente russo Vladimir Putin ha chiesto alla nazione una svolta tecnologica: “Se la svolta non ci sarà questa svolta, saremo irrimediabilmente in ritardo! E questo avrà conseguenze molto gravi … “
La svolta tecnologica richiede un supporto ideologico: ripensare l’identità collettiva, scegliere la strada da ieri a domani – costringerci a cambiare, pur rimanendo noi stessi. Gli squilibri e l’auto-esclusione di parte delle élites dalla causa comune della patria rappresentano una sorta di tradimento.
Evitare la guerra di informazione non è possibile, difendersi in questo caso sarebbe sinonimo di sconfitta. La guerra dell’informazione deve essere vinta e, per fare questo, bisogna prendere l’iniziativa e attaccare.
Il programma di contrattacco nell’ambito di una guerra informativa si può ridurre a due sfere di base:
- tecnologie per identificare e prevenire le informazioni e le minacce informatiche (monitoraggio, scienze sociali e loro aspetti tecnici, ecc.);
- iniziative tecnologiche per influenzare la comunicazione sociale.
La Russia ha bisogno di una politica offensiva per la sicurezza informativa. Il suo obiettivo principale deve essere la realizzazione di un proprio programma, riempiendo lo spazio informativo con i propri contenuti. La tattica deve concentrarsi sia sugli aspetti interni che esterni delle notizie, evitando quel vuoto che i nostri opponenti creano con le armi delle fake news.
Un obiettivo non meno importante dovrebbe essere quello di sfruttare la confusione in Occidente legata ad una possibile (a loro parere) vittoria ideologica sulla Russia – è necessario far comprendere all’Occidente che una vittoria sulla Russia nella guerra dell’informazione è una chimera che non regalerà alcun mondo felice all’avversario.
“Dove si trova la forza, fratello? La forza è nella verità“. Questa frase retorica di un eroe del cinema costituisce un elemento significativo di un contrattacco nella sfera informativa e ideologica.
La Russia ha la possibilità storica di vincere la battaglia in campo cognitivo-ideologico, dal momento che i problemi chiave del mondo futuro dipendono dalla capacità di assicurare una maggiore giustizia per tutti i paesi.
La riformattazione dell’ordine mondiale è già in pieno svolgimento. Allo stesso tempo, il valore della componente militare nello spazio economico globale non farà che aumentare. L’inclusione della componente militare come fattore che determina il costo economico dei rischi già influenza la politica mondiale, e attraverso essa, l’ideologia. Qui, nell’informazione, si possono già trovare le radici dei doppi standard creati dall’Occidente nella sfera umanitaria.
Il periodo di monetizzazione da parte dell’Occidente della sua superiorità nel soft power sta praticamente finendo. Compreso tutto quanto danneggia Russia, Cina e diversi altri paesi, a causa di zone di restrizione e proibizione di accesso allo spazio informativo e ideologico.
La distruzione dello spazio istituzionale, dove il potenziale del soft power è monetizzato dall’Occidente, aumenta il coinvolgimento di strumenti di potere militare nella sfera dell’informazione e dell’economia.
Dal momento che la Russia non ha perso il suo valore nello spazio della difesa militare, basarsi su questo elemento ci consente di lanciare un’offensiva nello spazio informativo e posizionare il complesso difesa-industriale come una avanguardia della reindustrializzazione e dell’economia interna. L’esercito russo è la spina dorsale dello Stato, il garante dello sviluppo attraverso la sicurezza, la fonte dell’ideologia del servizio alla patria. Se questa ideologia diventa un elemento dominante nella società russa, non avremo da temere alcuna “rivoluzione colorata”.
(traduzione a cura di Luca Bionda)
Andrej Il’nitskij, Consigliere del Ministro della Difesa della Federazione russa.