Autore: Miguel Ángel Barrios – 22/01/2024
Le fasi del pensiero geopolitico latinoamericano
Sommario: Questo testo esplora le diverse fasi del pensiero geopolitico latinoamericano, evidenziando il legame intrinseco tra politica, spazio e tempo. L’autore, Miguel Ángel Barrios, politologo, sociologo e storico, sottolinea l’importanza della “coscienza geopolitica” per la cultura e il popolo latinoamericano, proponendo un nuovo revisionismo continentalista in risposta alle sfide attuali. Attraverso sei momenti chiave, dall’era delle indipendenze alla resistenza contro gli imperi, dai leader popolari ai movimenti di resistenza culturale, l’Autore illustra la complessità del panorama geopolitico della regione. Infine, esplora la fase post-consenso di Washington, simboleggiata da organizzazioni come il Mercosur e la CELAC, evidenziando la necessità di un pensiero politico di integrazione per affrontare le sfide future. Il dilemma presentato è tra l’idea di una “Patria Grande” e il rischio del nulla.
Parole chiave: Geopolitica latino americana, revisionismo continentalista, resistenza culturale
Se la politica è la relazione tra gli esseri umani nel loro insieme, è sempre “localizzata” in spazi concreti. L’uomo è un essere sociale, storico, culturale di trascendenza spirituale, di natura terrestre, quindi è naturalmente “geopolitico”, anche se in modo non esplicito. Non c’è storia al di fuori degli spazi, anche se ci sono persone o comunità che raccontano la storia con scarsa attenzione agli spazi. Ma la storia non è solo tempo, ma spazio e tempo: i tempi da soli sono molto astratti, al punto che la geopolitica precede la “geografia”. La cultura latinoamericana, il popolo latinoamericano, per la propria autoconsapevolezza ha bisogno di sviluppare la propria “coscienza geopolitica” attraverso l’unità. Pertanto, in tempi di decadenza, esaurimento e quasi certa implosione dei nostri sistemi politici, accelerata dall’ibrido Milei che intensifica la decomposizione con un racconto neomitrista, è urgente avviare un nuovo revisionismo continentalista per orientarci nella bussola di una strategica periodizzazione del pensiero geopolitico latinoamericano unionista. Ciò è ancora più urgente perché l’Argentina potrebbe trasformarsi in un modello coloniale per il XXI secolo sotto il governo dell’autentica casta finanziaria locale-globalista che governa il nostro sistema politico, di cui Milei è paradossalmente rappresentante. E ciò che è più grave, in un processo di mutazione del sistema mondiale, ancora non del tutto chiaro da un’unipolarità a una multipolarità di matrice imperiale. La multipolarità o l’unipolarità senza integrazione ci porta allo stesso abisso, anche se l’ignoranza o l’allineamento ideologico acritico di questo governo lo porta a ignorare completamente quanto detto. In questo contesto, al fine di essere semplici e didattici, evidenzieremo i seguenti momenti del pensiero politico latinoamericano:
1 – Il Progetto Liberatore. Si tratta delle idee che emergono in occasione delle indipendenze latinoamericane o delle “guerre civili”. Per noi, l’atto di nascita è costituito dalla “Lettera agli spagnoli americani” del gesuita peruviano Juan Pablo Vizcardo y Guzmán nel 1792, dove per la prima volta si parla dell’esistenza di una “Patria”. In questa fase si distinguono la generazione degli unificatori sintetizzata nelle figure dei Libertadores José de San Martin e Simón Bolívar, la concezione della sovranità culturale del Maestro del Libertador Bolívar, don Simón Rodríguez, la concezione rivoluzionaria di Bernardo de Monteagudo e l’azione sociale e politica dei sacerdoti Morelos e Hidalgo, oltre alla figura gigantesca nella liberazione sociale dell’haitiano Alexander Petión.
2 – I progetti di Confederazione di Artigas, la “Nazione di Repubbliche” di Bolívar o l’idea di unità centroamericana di Morazán.
3 – L’idea di resistenza agli imperi. Dalla figura dell’ultimo liberatore José Martí (eroe dell’indipendenza e Console di Argentina, Paraguay e Uruguay – fatto sconosciuto e che dobbiamo revitalizzare) all’annunciatore della Patria Grande (con l’inclusione dell’America di variante portoghese) del socialista cattolico nazionale Manuel Ugarte e della generazione del 900.
4 – I Leader Popolari. Si tratta di quei dirigenti dei movimenti nazionali popolari che promuovono l’industrializzazione, la democratizzazione e l’integrazione. Juan Domingo Perón, Getulio Vargas e Carlos Ibáñez propongono il Nuovo ABC. E Perón è il primo teorico e politico del continentalismo nella fase precedente all’universalismo. Manuel Ugarte sarà il suo Ambasciatore in Messico e il primo ambasciatore argentino a Cuba e Nicaragua nella nostra storia diplomatica.
5 – I movimenti di resistenza culturale. Il revisionismo storico rioplatense con Luis Alberto de Herrera, Víctor Haedo, Methól Ferré, Vivian Trías, Jorge Abelardo Ramos, Hernández Arregui, Carlos Montenegro, José María Rosa, Gabriela Mistral, Helio Jaguaribe, Celso Furtado, Paulo Freire, Darcy Ribeiro. La Teologia Latinoamericana con Helder Cámara, la Filosofia della Liberazione con Leopoldo Zea, la Teoria della Dipendenza con Theotonio Dos Santos o il Realismo Magico Latinoamericano con García Márquez, Octavio Paz, Roa Bastos o Carlos Fuentes. È una costellazione ancora non completamente compresa nella sua profondità.
6 – La fase dei movimenti nazionali post consenso di Washington. Simboleggiata dal Mercosur, dall’UNASUR e dalla CELAC come insieme contro il neoliberismo. L’obiettivo è riscoprire l’essere latinoamericano. L’America Latina è un tutto che non sa totalizzarsi. Solo un pensiero politico di integrazione porta a una cittadinanza regionale verso uno stato continentale, per affrontare forse la fase più difficile della nostra storia. Il dilemma è Patria Grande o il nulla.
Miguel Ángel Barrios è un politologo, sociologo autore di oltre 20 opere di storia e politica dell’America Latina