Autore: Gino Lanzara – 25/03/2022
La Turchia oggi. Tra istanze moderniste e derive conservatrici
Gino Lanzara
La Turchia rimane avvinta sia alla sua storia, sia a tutto quel che le consentono posizione e proiezione geografiche; più che un ponte l’Anatolia sembra essersi riappropriata della sua funzione di passaggio, per sua natura occludibile, tra culture differenti. Secondo il Professor Davutoğlu[1], la Turchia possiede una profondità strategica che le viene conferita da due fattori geopolitici: profondità storica e profondità geografica. La Turchia deve quindi essere vista come uno Stato guida per i Balcani, l’Asia Centrale, il Medio Oriente, i Paesi del Golfo, il Mediterraneo. Ankara, ad oggi, rimane l’esempio a prevalenza islamica più significativo per quanto concerne laicizzazione ed equiparazione agli standard politici occidentali, tra Islam e moderno stato di diritto in un contesto involutivo che rimarca il costante contrasto tra modernisti e cultori di un tradizionalismo, una volta di stampo sultanico ora di più difficile individuazione, condiviso com’è tra Islam politico e nazionalismo panturchista. Del resto non si può dimenticare che quello Ottomano è stato uno tra gli imperi più estesi e longevi (1299-1922), con territori che andavano, sotto il regno di Solimano il Magnifico (1520-1566), dalle periferie di Vienna e della Polonia a nord fino allo Yemen e all’Eritrea a sud; dall’Algeria ad ovest fino all’Arzebaigian a est. Lo stato secolarizzato di Mustafa Kemal Atatürk, in cui il ridimensionamento politico della religione è fortemente avversato, e per cui l’aspetto fideistico appartiene alla sfera privata, si è opposto nel tempo alla sintesi laico religiosa propria di tutto il XX secolo, contrastando la modernizzazione e la tenuta delle istituzioni. Le sei frecce[2] scoccate da Atatürk hanno cercato di configgersi su un bersaglio in cui l’Islam potesse presentarsi secondo un paradigma nuovo più locale e moderno da cui affrancare la magistratura, e fosse accettabile anche per le comunità rurali e meno acculturate; quello che non viene meno è il perdurare delle confraternite, alla cui appartenenza non sono stati estranei né Necmettin Erbakan, mentore di Erdoğan affiliato alla Naqshbandiyya[3], né Fethullah Gülen, pupillo di Said Nursi e fondatore di Hizmet[4], primo puntello politico, in ordine di tempo, dell’attuale Presidente, fino alla crisi innescata dal tentato e discusso colpo di stato del 2016, caratterizzato dall’errore tattico dell’uso dell’Aeronautica, FA fisiologicamente priva del congruo numero di supporti terrestri necessari al controllo della situazione.
[1] Stratejik derinlik (“Profondità strategica”), 2001
[2] Repubblicanesimo, Nazionalismo, Populismo, Statalismo, Laicismo, Rivoluzionarismo
[3] È il solo ordine mistico islamico che traccia la sua linea spirituale dal Profeta Maometto, attraverso il suo primo Compagno, suo suocero e suo primo successore alla guida politica Abū Bakr.
[4] Servizio
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Gino Lanzara – Ufficiale Superiore del Corpo di Commissariato Militare Marittimo. Laureato in management e comunicazione d’impresa, Scienze diplomatiche e strategiche, master in epistemologia e didattica, analista in geopolitica e sicurezza. Collabora con diverse testate online occupandosi di geopolitica. Per GoWare ha pubblicato “Guerra economica”
Altri articoli di Gino Lanzara pubblicati in Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses