Autore: Stefano Ricci – 05/01/2020
L’International Institute for Strategic Studies ha recentemente pubblicato un interessante articolo dal titolo “Quantum Computing and Defence”, all’interno del quale si può leggere che «the integration of quantum technologies currently represents one of the most anticipated advances for armed forces, yet their precise impact remains difficult to predict», ovvero «l’integrazione delle tecnologie quantistiche rappresenta per le forze armate uno dei progressi più attesi, ma il loro preciso impatto rimane difficile da prevedere».
Un’affermazione che ben somiglia a una vera e propria resa intellettuale e che sottolinea l’evidente salto nel vuoto che le società umane tutte si apprestano a compiere: infinite e imprevedibili scelte tecnologiche dettate da altrettanto imprevedibili scelte geopolitiche.
Sebbene distante dalla grande rivoluzione scientifica del XVII secolo, è innegabile come l’umanità sia ora sulla soglia d’una rivoluzione concettuale di proporzioni storiche.
La computazione quantica è destinata a mutare il mondo per quello che oggi è a noi noto, rovesciando paradigmi e innestando – nella corrente dello sviluppo tecnologico – una nuova inarrestabile velocità.
Inevitabile, allora, che sopraggiunga l’interesse di settori come quello militare e industriale.
Quali evoluzioni militari?
Su di un livello prettamente militare, l’avvento del computer quantico segnerà il conseguimento dell’arma finale per il raggiungimento dell’egemonia globale da parte degli attori interessati.
Pensiamo al QKD (Quantum Key Distribution), per esempio: si tratta di uno strumento in grado di securizzare ogni comunicazione strategica, offrendo allo stesso tempo la possibilità di creare linguaggi crittati de facto indecifrabili, con finalità puramente offensive.
Sarà l’avvio, insomma, d’una nuova stagione per la cripto-analisi, destinata a integrare nella propria struttura anche l’analisi dei big data prodotti dal nemico, attraverso complessi sistemi di machine learning e intelligenza artificiale.
Per distruggere militarmente il proprio nemico, diverrà forse obsoleto l’invio al fronte di migliaia di soldati supportati dalla proiezione aerea, con complessi e costosi movimenti di truppa: sarà sufficiente “iniettare” codice quantico malevolo da un computer all’altro.
Mentre la popolazione se ne va passeggiando per le vie illuminate del centro cittadino ad attendere l’arrivo del Natale, ecco che un conflitto potrebbe già esplodere e risolversi nel giro appena d’un battito di ciglia.
Quali applicazioni civili?
Nel comparto industriale, la computazione quantica fornirà il supporto necessario per la definizione di nuove strategie di redistribuzione delle risorse e di strutturazione dei piani previdenziali, come nel caso del sistema sanitario.
La Cina, fra i diversi attori in gioco, ha già previsto la possibilità di unire il quantum computing a discipline econometriche finalizzate al raggiungimento dello stato di ottimo in settori nazionali considerati critici, come quello dell’approvvigionamento di materiali e risorse e la loro protezione da attacchi esterni di differente natura.
Non solo, l’impiego di modelli quantici permetterà ai ricercatori di tutto il mondo di immaginare nuovi materiali o predisporre nuovi e più efficaci farmaci, oltre a risolvere complessi problemi di chimica o fisica avanzata.
Da semplice strumento narrativo per la finzione letteraria, la computazione quantica si è dunque tramutata in realtà; ma cosa vuol dire, nello specifico, “computer quantico”?
Il quantum computing
Partiamo sostenendo che la computazione quantica sfrutta le leggi della meccanica quantistica per compiere tutta una serie di calcoli strutturati e giungere così alla risoluzione di problemi complessi.
A differenza della computazione tradizionale che vede il “bit” al centro del proprio ragionamento e la logica binaria (cioè, la successione di 0 e 1) al cuore delle leggi informatiche fondamentali, la computazione quantica sfrutta il cosiddetto quantum bit, o “qbit”, in grado di elaborare nel medesimo istante strati quantici sovrapposti dove non v’è più successione di 0 e 1, ma la rappresentazione combinata di 0 e 1.
L’abbandono della logica binaria e l’adozione della logica quantica permette di fatto l’elaborazione di più stati possibili nel medesimo istante.
Volendo fare un esempio: invece di ricercare all’interno di un documento tutte le voci contenenti uno specifico carattere, seguendo il metodo successivo tipico dei computer odierni, l’elaboratore quantico è in grado di destrutturare l’intero documento, processarlo come fosse costituito da strati sovrapposti del documento stesso e restituire immediatamente il risultato.
La potenza di questa tecnologia può esser tutta riassunta nel paper pubblicato a settembre da Google: un processore del tipo quantico progettato dagli sviluppatori di Mountain View avrebbe fornito, in appena 3 minuti, la soluzione a un calcolo che il Summit realizzato da IBM, il calcolatore più avanzato oggi in circolazione, avrebbe risolto in circa 10.000 anni.
Cyber-spazio quantico
Lo spazio cibernetico internazionale sarà dunque destinato, nell’immediato futuro, ad accogliere un nuovo ospite che ridisegnerà i confini del cyber-space come oggi, con estrema fatica, siamo prossimi a conoscerlo: lo spazio cibernetico quantico, dove a regnare sarà la possibilità di scomporre grandi volumi d’informazione sino alla loro matrice atomica.
Ne consegue che lo spazio cibernetico quantico, di cui ignoriamo la vastità e la potenzialità così come ancora oggi ignoriamo la vastità e la potenzialità del cyber-space tradizionale, verrà popolato di sofisticate armi quantiche, aventi come obiettivo il soddisfacimento di precisi requisiti geopolitici.
Se un virus informatico come Stuxnet riuscì, nel 2006, a disabilitare le centrifughe della centrale nucleare iraniana di Natanz, quali capacità potrebbe detenere un virus quantico?
In un mondo che va sempre più arricchendosi di nano-materiali, droni, robot domestici e integrazioni fra uomo e macchina, quanto potente potrà divenire la dimensione cibernetica?
Stefano Ricci, lavora come data analyst, per un’importante società italiana di import – export e come freelance cyber-security analyst. E’, inoltre, autore del volume: Cyber Warfare: Verso Un Nuovo Paradigma Strategico, 2017 (Cyber-Warfare – Towards a New Strategic Paradigm)