Autore: Eliseo Bertolasi – 09/04/2025
La distorsione del ruolo dell’URSS nella vittoria sul nazismo in Occidente e la cancellazione della storia
Con rammarico, oggi vediamo sempre più come il contributo dell’Unione Sovietica a liberare l’Europa dal nazismo, sia sminuito, distorto se non addirittura cancellato.
In molti paesi, si arriva persino ad equiparare l’URSS al Terzo Reich e spesso si osservano misure “sacrileghe”, anche a livello legislativo, per glorificare i nazisti. Non esagero ad usare il termine “sacrileghe”, se consideriamo l’alone di sacralità che i russi attribuiscono a questa guerra: in russo la “Grande Guerra Patriottica” (Velikaya Otechestvennaya Vojna), c’è una famosa canzone patriottica che s’intitola “Guerra Sacra” (Svyaschennaya Vojna).
Un’enorme falsificazione della storia, in cui le vittime diventano i carnefici e chi ha combattuto per la libertà diventa il nemico da demonizzare.
L’intero spettro di falsa propaganda porta a conseguenze davvero scioccanti: le idee del nazismo iniziano a catturare le menti dei giovani, se questa tendenza continuerà, verrà completamente cancellata la verità storica della Seconda Guerra mondiale.
Allo stesso tempo, vengono rianimati i principi antiumani della superiorità razziale tipici del nazismo e le sue aberrazioni.
Può sembrare incredibile, e allo stesso tempo paradossale, tali sentimenti hanno cominciato ad acquisire vigore a livello nazionale e identitario in stati che un tempo facevano parte dell’Unione Sovietica e che in passato subirono le piene conseguenze dell’occupazione nazista.
Stiamo parlando dei paesi baltici e dell’Ucraina. Assistiamo a fiaccolate dove vengono innalzate svastiche e bandiere naziste, dove vengono glorificati come eroi nazionali o padri fondanti della patria i collaboratori dei nazisti che in quei tempi si macchiarono di crimini raccapriccianti, irraccontabili, sopratutto contro la popolazione civile!
È logico porsi la domanda, ma com’è potuto accadere?
Uno dei motivi principali è certamente il tentativo di cancellare la memoria del ruolo del popolo sovietico per la vittoria.
Contemporaneamente, la comunità internazionale ignora i tentativi di riavvicinamento alle idee naziste, di quei paesi – utili ai piani geopolitici occidentali – che oggi vengono usati come opposizione alla Russia e come testa d’ariete per colpirla militarmente. Il riferimento, certamente, è all’Ucraina
Un esempio clamoroso del tentativo di cancellare il ruolo dell’URSS è esattamente ciò che accade nella giornata “della memoria” che ricorda la liberazione dei prigionieri di Auschwitz il 27 gennaio da parte dei sovietici. Da qualche anno a questa cerimonia non vengono invitati i rappresentanti della Russia. In tv è facile sentire che Auschwitz fu liberata non dall’Armata Rossa, ma da generiche “truppe alleate” (c’è un famoso film italiano dove si vede un tank americano entrare a liberare il lager di Auschwitz).
Oltre alla manipolazione della verità storica c’è anche il tentativo di equiparare il socialismo al nazismo, per cui alla memoria di Auschwitz andrebbe affiancata la memoria delle “vittime del comunismo”.
Un’operazione ideologica tutt’altro che neutrale, che ha radici profonde che affondano nella russofobia dominante.
Come diceva George Orwell “Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato”. È per questo che oggi si vuole cancellare questa pagina fondamentale della storia europea e mondiale.
Ma non è sufficiente! Per far ciò agiscono anche manipolando gli eventi successivi alla Seconda Guerra Mondiale.
La Guerra Fredda, che divise di nuovo l’Europa subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, non fu provocata da un atteggiamento aggressivo dell’URSS, ma dal piano di Washington di imporre il dominio statunitense sull’Europa occidentale.
Terminata la Guerra fredda, in seguito al dissolvimento del Patto di Varsavia e della stessa Unione Sovietica, su spinta di Washington la NATO si estese fin dentro il territorio dell’ex-URSS, le Repubbliche baltiche vi entrarono del 2004.
Ma quando la Russia, ripresasi dalla crisi post-sovietica, iniziò a riacquistare un importante ruolo internazionale stringendo crescenti rapporti economici con l’Unione Europea, ecco il colpo di stato di Euromaidan a Kiev, sotto regia USA nel 2014.
Tutto questo scontro intorno alla memoria storica evidenzia quanto sia importante la Seconda Guerra Mondiale nella visione politica del mondo.
Chi manovra l’Europa sa benissimo il prezzo pagato dall’URSS per abbattere il nazismo.
Stalin avrebbe potuto fermarsi ai confini dell’URSS e abbandonare il resto dell’Europa al suo destino, ma inseguì l’esercito di Hitler fino a Berlino determinando la capitolazione della Germania nazista. La sconfitta definitiva del nazismo permise il successivo benessere in Europa.
L’Europa sa benissimo che davanti a questo dato c’è solo il “ringraziamento” rivolto alla Russia. Quindi che fa? Rimuove, altera la storia.
Lo schema è semplice e logico: Nazismo e comunismo sono equiparati, quindi nessuna liberazione, quindi nessuna riconoscenza, nessun obbligo di ringraziamento. Questo risultato apre la strada al conflitto attuale, dove l’Occidente collettivo è schierato in Ucraina contro la Russia.
Tuttavia, come antropologo, non mi devo limitare solo all’aspetto storico, politico o geopolitico della questione, ma all’aspetto sociale cercando di rispondere come noi in Occidente siamo arrivati a questo? Quali le cause?
Com’è possibile arrivare a mentire spudoratamente davanti a dati oggettivi! Davanti ad una tragedia, che provocò la morte di 27 milioni di cittadini dell’Unione Sovietica?
Impossibile questo risultato senza prima aver agito su due livelli della società occidentale: quello estetico e quello etico-morale
Per ciò che concerne il livello estetico, bisognerebbe indagare, studiare, il rapporto fra espansione finanziaria e nuova dimensione estetica che l’Occidente, in particolare gli Stati Uniti, ha promosso e continua a promuovere.
Il mercato della produzione musicale, il mercato della produzione cinematografica rappresentano un buon punto d’osservazione per analizzare la creazione di queste tendenze. Oggi nella produzione cinematografica (film, serial…) del mainstream solo gli Stati Uniti possono rappresentare le loro forme, i loro schemi singolaridi vita quotidiana come forme e schemi universali.
Solo l’american way of life si è attribuita, il diritto ad essere riconoscibile, attraverso mezzi cinematografici, mezzi musicali, mode, ec.. come il “presente” di tutti, in quanto “il modo vita” che viene rappresentato sullo schermo, sui media, nella sfera pubblica.. si muove per lo più in uno spazio fisico plasmato o, quantomeno, orientato dal potere stesso statunitense. Questo modello si presenta in modo accattivante soprattutto ai giovani di ieri e di oggi e si autocelebra come “il mondo libero”.
Nonostante le apparenze, il regime liberale è fortemente dispotico e si basa sull’affermazione che non esista altro modello se non il modello cosiddetto “liberale” che gli USA personificano e propongono.
In altre parole l’accesso privilegiato alla disponibilità economica, il monopolio della rappresentazione della realtà generano, da parte statunitense uno standard estetico verso il quale è precluso (o quantomeno fortemente ostacolato) l’accesso di altri approcci estetici non americani, garantendo così alla produzione americana la possibilità di diventare un consumo simbolico internazionale.
Si può sufficientemente sostenere che gli USA hanno conquistato il mondo anche grazie all’abilissima propaganda di Hollywood.
Il suo modello è quello dello scontro finale fra il “buono” e il “cattivo”, dove ovviamente i loro eroi sono sempre dalla parte del bene i loro nemici del male. Ma nell’uso politico che si fa dello schema buono-cattivo, oggi il “cattivo”, per tutto il pensiero unico liberal-social-demo-progressista, è la Russia di Putin.
Ma tutto questo non sarebbe sufficiente, per arrivare all’attuale mistificazione della storia senza suscitare dal basso, dalla gente, dalle persone comuni un autentico sentimento di rifiuto e di condanna.
Per tal ragione si è dovuto in precedenza, – nel corso degli ultimi decenni – manipolare, alterare la base valoriale “etico – morale” delle persone.
Quello che oggi osserviamo è il frutto amaro dell’ideologia globalista, progressista che si oppone alla coscienza, alla morale, alla tradizione… e che trasmette una nuova serie di valori – che io preferisco chiamare contro-valori – dove domina il vizio, l’individualismo, il nichilismo, l’indifferenza, dove il male diventa bene, la menzogna diventa verità, la bruttezza diventa bellezza e viceversa. Un mondo al contrario che sta conducendo inesorabilmente l’Occidente sulla via del tramonto.
Se consideriamo l’attuale mistificazione della storia attraverso quest’ottica, dove tutto appare capovolto, capiamo come tutto ciò sia stato possibile!
In conclusione
Cosa fare? Qual è la soluzione?
Io dico: solo la vittoria!
La vittoria della Russia sulle barbarie, sul nazismo che sta riemergendo, e non mi sto riferendo semplicemente alla vittoria militare, ma al “mondo russo”, all’identità russa, all’apparato valoriale che la Russia oggi rappresenta.
Sappiamo bene come oggi anche in Occidente, molti vedono la Russia di Putin come l’ultimo baluardo dei valori fondamentali.
Nella Russia moderna il patriottismo ricopre un ruolo basilare, come sostenuto da Putin stesso.
L’Occidente dovrebbe ricordare che la Russia entra in gioco solo per concludere le guerre, è stato l’Occidente ad aggredire prima la Russia e poi l’URSS. La guerra di Napoleone, di Hitler sono i casi storici più eclatanti.
Queste guerre sono finite quando i russi arrivarono prima a Parigi poi a Berlino.
Il generale Aleksandr Suvorov diceva “La natura ha prodotto una sola Russia. Non ha rivali. Siamo russi, supereremo tutto”.
I parallelismi, con ciò, cui stiamo assistendo oggi, sono numerosi: siamo davanti all’ennesimo attacco alla Russia sempre proveniente dall’Occidente.
I politici occidentali che affermano che la Russia deve essere sconfitta sanno poco della storia. Lo ha persino affermato il ministro degli Affari esteri della Federazione Russa Sergej Lavrov “Non conosce la storia chi vuole sconfitta la Russia” (24 maggio 22).
Tuttavia cito – e sono d’accordo – lo storico russo Vasilij Kljuchevskij: “La storia non è una maestra di vita, ma una guardia che punisce chi non conosce le sue lezioni”.
* Eliseo Bertolasi. Laureato in lingue e letterature Araba e Russa, e in Scienze Antropologiche ed Etnologiche ha conseguito un PhD in Antropologia. Russista, traduttore e interprete di lingua russa, esperto di geopolitica per “Vision e Global Trends” è autore e coautore di varie pubblicazioni e di testi sia in italiano che in russo. Corrispondente dal Donbass ha scritto per Sputnik-Italia fino al 2022. Iscritto all’Associazione Stampa Estera, scrive per testate russe e italiane. Dal 2023 è inoltre presidente della sezione italiana del Movimento Internazionale Russofili.
Relazione presentata alla Conferenza delle Associazioni di Amicizia “Italia- Russia” in occasione degli 80 anni dalla Vittoria nella Grande Guerra Patriottica e dei 100 anni della Diplomazia Pubblica della Russia
29 marzo 2025 a Roma presso “Casa Russia”