Autore: Vladimir Prokhvatilov – 24/09/2020
L’organizzazione per i diritti umani “Afrin-Siria” riferisce che militari turchi in Siria reclutano giovani mercenari da trasferire in Azerbaigian, offrendo loro stipendi che vanno dai tre ai quattromila dollari al mese.
A tal fine vengono reclutati e addestrati miliziani filo-turchi dell’Esercito Nazionale Siriano[1] e ufficiali disertori dall’esercito governativo. Vengono addestrati in campi situati tra Afrin e Idlib. Gli alti salari attirano anche giovani curdi rimasti senza lavoro e mezzi di sostentamento. Secondo l’organizzazione “Afrin-Siria”, circa 150 mercenari, per lo più miliziani del gruppo turkmeno “Samarcanda”, da Afrin sono già arrivati in Azerbaigian.
Durante l’addestramento nei campi militari turchi ad Afrin e Idlib, ogni recluta percepisce 1.500 dollari al mese e questa somma raddoppierà al termine dell’addestramento. Attraverso il valico di frontiera di Hawar-Kilis, i mercenari entrano nel territorio della Turchia, dove vengono addestrati per l’Azerbaigian.
L’agenzia curda “Firat” ha riferito inoltre che punti per il reclutamento di mercenari e per il loro trasferimento in Azerbaigian sono stati aperti a Jindires, Rajo e Afrin.
La “Nezavisimaja Gazeta” russa, riferendosi alle comunicazioni sui canali telegram, scrive che: “In Azerbaigian sono stati trasferiti circa 500 miliziani siriani, per lo più turcomanni delle formazioni armate: “Sultan Murad”, “Esercito Siriano Libero” e “Hamzat”.
Alla fine di luglio la Turchia, insieme all’Azerbaigian, ha svolto esercitazioni militari sul territorio della Repubblica Autonoma di Nakhichevan dell’Azerbaigian, come pure vicino a Baku, Ganja, Kurdamir e Yevlakh. Per il loro approntamento sono state mobilitate fino a 5.000 persone, delle quali più di 2.600 nella fase di combattimento, oltre a 200 veicoli corazzati, 180 missili e pezzi di artiglieria, installazioni di razzi e mortai, 18 aerei, elicotteri e droni, più di 30 sistemi di difesa aerea. Per simulare le azioni del nemico sono stati utilizzati 800 bersagli.
Secondo i dati ufficiali, durante le manovre, sono stati assolti “compiti di pianificazione congiunta delle operazioni delle unità azere e turche, di organizzazione dell’interazione e dell’approvvigionamento articolato delle truppe”.
Le esercitazioni si sono svolte sullo sfondo di un aggravato conflitto armeno-azero, per di più alla vigilia delle esercitazioni militari strategiche russe “Kavkaz-2020”, alle quali, secondo l’agenzia “TASS”, partecipano militari dall’Armenia, Bielorussia, Cina, Myanmar e Pakistan.
In effetti, è in Nakhichevan che potrebbe essere realizzata una base militare turca, come richiesto da numerosi media azeri. “Il dispiegamento dell’esercito turco sul territorio dell’Azerbaigian non dovrebbe incontrare alcun ostacolo dall’esterno, alla NATO saranno solo felici nel vedere il distacco di un altro Paese del Caucaso meridionale dalla Russia, soprattutto perché la presenza dell’esercito turco diventerebbe un fattore stabilizzante, bilancerebbe le forze e servirebbe a prevenire qualsiasi eccesso militare simile a quello di Tovuz”[2], scrive il portale azero “Zerkalo” (“Specchio” ndt).
Il politologo turco Engin Ozer osserva che: “I militari turchi sono comunque presenti nel Nakhichevan, perché, quindi, non dar loro uno status ufficiale!”.
Ilgar Velizade, politologo di Baku, capo del club dei politologi “Caucaso meridionale”, ritiene che: “La Turchia in pochi minuti è in grado di dislocare le sue forze in Nakhichevan, pertanto non è necessaria una sua base militare su quel territorio. Probabilmente è per questo motivo che la leadership del Paese non forza la questione per la creazione di una tal base militare nel Nakhichevan”.
Se il dispiegamento ufficiale di truppe turche sul territorio dell’Azerbaigian per molte ragioni è inaccettabile, sia per l’Azerbaigian, sia per la Turchia, allora il trasferimento di miliziani filo-turchi nel Nakhichevan, che ha un confine comune con la Turchia, darà la possibilità di organizzare un’efficace guerra ibrida contro l’Armenia, anche mediante raid oltre il confine.
Questo dato è tanto più importante poiché in tutti gli scontri precedenti, la schiacciante superiorità degli azeri in qualità e in quantità di equipaggiamento militare è stata livellata dalla superiorità della parte armena nell’addestramento al combattimento e soprattutto nell’addestramento speciale di montagna, come pure per le motivazioni morali. L’intrusione di guerriglieri addestrati da istruttori turchi nei conflitti militari (azero-armeni ndr.), in costante aumento, potrebbe cambiare la situazione, di certo non a favore della parte armena.
L’analista militare russo Aleksandr Sobjanin ritiene che la ragione più probabile del trasferimento di miliziani filo-turchi dalla Siria si da ricercare all’interno della situazione politica della stessa Repubblica dell’Azerbaigian, e principalmente nella situazione del Nakhichevan. In un’intervista al FSK (Federalnaja Sluzhba Kontr-razvedki – Servizio Federale di Controspionaggio ndt.), ha osservato: “Non si deve dimenticare che l’esercito azero ha già represso rivolte armate nel Nakhichevan, causate dalla corruzione di funzionari inviati da Baku”.
La Turchia, – ritiene Aleksandr Sobjanin – è interessata a distaccare il Nakhichevan dall’Azerbaigian: “Il trasferimento di mercenari filo-turchi dalla Siria al Nakhichevan può attivare i militanti locali non fedeli a Baku, dei quali, letteralmente, il Nakhichevan è infarcito. In definitiva, Ankara può ottenere la destabilizzare dell’Azerbaigian e quindi il rovesciamento di Ilham Aliyev, che attualmente in caso di instabilità interna si affida al sostegno di Mosca”.
La Repubblica Autonoma di Nakhichevan (NAR – Nakhichevanskaja Avtonomnaja Respublika ndt.) possiede uno status eccezionale, che non si trova in nessun’altra repubblica post-sovietica. La Repubblica Socialista Sovietica Autonoma (RSSA) di Nakhichevan si è separata dall’URSS indipendentemente dalla Repubblica Socialista Sovietica (SSR) dell’Azerbaigian.
L’attuale status costituzionale della Repubblica è di “Stato autonomo del Nakhichevan – una repubblica autonoma, democratica, legittima e laica all’interno della Repubblica dell’Azerbaigian”. Oltre a ciò lo status di “stato nello stato” si basa sul diritto internazionale, così come la Costituzione della Repubblica Autonoma di Nakhichevan si basa sulla Costituzione della Repubblica dell’Azerbaigian, come pure sui trattati internazionali di Mosca[3] e Kars[4] del 1921. Inoltre, le forze armate della Repubblica dell’Azerbaigian sul territorio del Repubblica Autonoma di Nakhichevan hanno uno status giuridico speciale.
“Nel Nakhichevan, a differenza dei distretti Talysh intorno a Lenkeran sul Mar Caspio, Baku agisce sempre con molta più attenzione e scrupolo” – afferma Aleksandr Sobjanin. – Ora, davanti al completo rimodellamento finanziario e militare del mondo col pretesto del “pericolo coronavirus”, lo status giuridico dei trattati tra la Turchia di Kemal Ataturk con la Russia sovietica e l’URSS per lo status giuridico della Repubblica Autonoma di Nakhichevan come “stato nello stato” stanno diventando fattori molto importanti in grado di determinare i confini, gli assetti militari e la natura degli attacchi ibridi, militari e informativi nella regione del Grande Caucaso”.
Se la Turchia cerca di destabilizzare la situazione in Azerbaigian attraverso l’attivazione di miliziani nel Nakhichevan, in tal modo distogliendo Russia e Iran dagli eventi in Medio Oriente, può contare sull’appoggio di Gran Bretagna e Stati Uniti. Durante l’ultimo inasprimento del conflitto azero-armeno, sia la Turchia che la Gran Bretagna hanno palesato sostegno a Baku.
L’ex-ambasciatore britannico in Turchia Richard Moore, un amico personale dell’attuale presidente turco, da poco è diventato il capo dell’intelligence britannica MI-6. E se consideriamo che la CIA di recente è sotto la guida dall’ex-ambasciatrice degli Stati Uniti in Turchia, Gina Haspel, allora è abbastanza ovvio l’interesse speciale degli anglosassoni per le azioni della Turchia nella regione.
Note del redattore:
[1] Free Syrian Army, forza armata che combatte contro l’esercito siriano governativo di Bashar al-Asad.
[2] Distretto dell’Azerbaigian nord-occidentale limitrofo al confine con l’Armenia dove, nel luglio di quest’anno, ci sono stati scontri con l’esercito armeno (vedi Analisi Difesa)
[3] Il trattato di Mosca è un trattato d’amicizia tra la Grande Assemblea Nazionale Turca e il governo bolscevico della Russia sovietica. Fu siglato il 16 marzo 1921. All’epoca, non erano ancora state istituite né la Repubblica di Turchia, né l’Unione Sovietica. Il trattato sanciva il riconoscimento reciproco dei governi delle nascenti Turchia e Unione Sovietica e la sistemazione del confine definitivo tra le due Nazioni,
[4] Il trattato di Kars è un trattato di amicizia tra la Turchia e le Repubbliche Socialiste di Armenia, Azerbaigian e Georgia con la partecipazione della Repubblica Sovietica Russa. Venne firmato a Kars il 23 ottobre del 1921. Con questo trattato vennero trasferiti alla Turchia i territori acquisiti dall’impero russo nel Caucaso meridionale con il congresso di Berlino del 1878, tranne il governatorato del Caucaso sud-occidentale, ossia Batumi e il suo circondario, che vennero assegnate alla RSS Georgiana.
Fonte: Fondsk.Ru
Tradotto da Eliseo Bertolasi, analista senior presso Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses