Autore: Natalija Narochnitskaja – 04/05/2022
Essere o non essere la Russia nella storia?
di Natalija Narochnitskaja
(Da un intervento al programma televisivo “Il Grande Gioco”)
Il Presidente della Federazione Russa nel suo recente discorso ha posto alcune questioni importanti. La prima riguarda una diplomazia quantomeno strana: dov’è la moderna diplomazia se i diplomatici dicono che è necessario vincere la guerra? La seconda riguarda il desiderio di spaccare la società russa e l’incapacità di farlo. La terza è il terrore.
Tutti e tre questi aspetti, infatti, sono storicamente abbastanza innati negli anglosassoni, che, purtroppo, negli anni ’90, per molti nella nostra società erano come degli idoli. E ora stiamo raccogliendo i frutti della nostra irreligiosità, in noi stessi e nella nostra stessa storia. E questa lezione, per noi, è piuttosto seria.
Nell’Impero britannico, oltre alle operazioni militari che conduceva, c’è sempre stata una diplomazia alquanto strana. Così, ad esempio, nel primo quarto del XIX secolo, nei trattati con l’Iran – all’epoca la Persia – i britannici introdussero una clausola che obbligava questo paese a continuare la guerra contro la Russia. Prendiamo l’omicidio di Griboedov[1]: tutti i documenti sono ancora secretati, nonostante siano passati duecento anni e tutti i termini di prescrizione siano ormai scaduti. Tutti gli storici, compresi quelli britannici, sono convinti che dietro questo crimine ci sia stata un’orma britannica. Vale a dire, non disdegnavano alcun mezzo.
E durante la guerra del Caucaso, gli emissari britannici non furono inviati a Shamil[2]? Non è stato David Urquhart[3] a organizzare una provocazione quando, negli anni ‘30 del XIX secolo, la goletta britannica Vixen scaricò armi ai circassi? E di seguito, quanti Basmachi[4] sostennero! Questi attaccarono villaggi pacifici e li distrussero.
La loro diplomazia ora è veramente in tale decadimento! Guardate i personaggi che li rappresentano – ma solo un generazione fa, o addirittura due, ecco, la differenza è come tra cielo e terra! Per quanto fossero difficili la nostre relazioni durante la Guerra Fredda, specialmente all’inizio, noi avevamo a che fare con dei titani: Adenauer, Erhard, Eisenhower… Ora invece? Io li chiamo “il collettivo Greta Thunberg”. Con tali “grandiglioni” (alcuni, però, hanno già i capelli grigi in testa), di cosa si può parlare? Non possono reggere discussioni serie e profonde. Al contrario vogliono davvero vincere.
Da qui l’orientamento verso gli attentati terroristici come ammissione della propria debolezza. Hanno un solo desiderio: spaccare, intimidire la società russa nella situazione attuale. Ma direi che la nostra società è addirittura più radicalmente motivata del nostro governo in relazione all’operazione in corso: c’è chi ha già avuto dei morti, chi è diventato orfano, vedovo, ha perso un figlio…
Da quando, grazie alla televisione, sono diventata abbastanza riconoscibile, costantemente le persone si avvicinano a me, al supermercato, o al mercato rionale, dove ho comprato qualcosa prima di Pasqua. E tutti chiedono: fino a quanto aspettare? Ma perché non “colpire con tutta la potenza”? Si deve andare fino in fondo, questo rettile va schiacciato!
Ricordo che alla BBC, rispondendo a loro, ho persino detto: “Putin è questo, Putin è quello…” – Sì, Putin è una colomba di pace rispetto allo stato d’animo della nostra società, che è indignata dall’atteggiamento dell’Occidente verso ciò che sta accadendo e che saluterebbe con favore le più dure azioni di risposta; esorta a una vittoria decisiva sul nazismo ucraino con tutti i suoi falchi!.. Sono sicura che al “Reggimento Immortale” mostreremo loro tale potere! La notte di Pasqua non ho mai visto in tutta la mia vita tanti giovani in chiesa durante la celebrazione notturna. E questo indica che la nostra società è unita, e che interiormente comprende perfettamente: “Alzati, Paese immenso!” (Vstavaj Strana Ogromnaja)[5].
Dopotutto, non è un caso se questa canzone ancor oggi riesce così tanto a straziare l’anima fino alle lacrime, e questa non è una figura retorica. È nata da un poeta letteralmente nell’arco di una notte. E la musica è sbalorditiva! Solo pochi accordi, poche righe. Ma che parole! Non c’è nulla sul comunismo, tra l’altro, non si dice nulla. Lì, tutto è portato ad un livello esistenziale: essere o non essere, Noi nella storia.
“Alzati, Paese immenso!” – questo è l’appello: fratelli e sorelle! E oggi, mi pare che il nostro popolo, intuitivamente, sebbene senta non sia una grande guerra e le nostre città non vengano bombardate, si renda conto di quanto sia seria questa lotta. Dal suo esito dipenderà non solo il futuro della Russia, il suo posto nella storia mondiale, la sovranità dello spirito, la politica, il mantenimento del territorio, delle risorse, della cultura, della lingua, ma anche il destino del mondo.
Il mondo sarà di nuovo sottoposto a quella matrice, dove tutti coloro che non sono d’accordo dovrebbero essere distrutti, spezzati, corrotti o resisterà? E noi siamo gli unici al mondo ad aver accettato questa sfida. Come! Ancora Russia? si chiedono. Per sette decenni si sono tormentati in un complesso d’inferiorità e umiliazione, visto che avrebbero dovuto esserci grati per il fatto che li abbiamo liberati, salvati con il nostro sangue – “la libertà, l’onore e la pace dell’Europa”.
E l’Oriente, con quale speranza ci guarda oggi! I Paesi africani, latinoamericani… Ricordo che, essendo deputato all’Unione interparlamentare, appena iniziai a parlare coi loro rappresentanti: loro non amano l’America, rispettano la Russia, soprattutto, come una sorta di antitesi all’America.
Noi, per loro, siamo una sorta di alternativa storica, che allinea il mondo, che lo rende più equilibrato, qualcosa che dà la possibilità di una certa scelta indipendente. Non sto parlando di paesi giganti come l’India, la Cina, che oggi sono con noi. In generale sono i quattro quinti della popolazione mondiale.
E il mondo islamico, che gli stessi anglosassoni hanno fatto esplodere e gettato nello scompiglio? Hanno fatto uscire il genio dalla bottiglia. Dopotutto, Iraq, Libia, Siria – furono loro a tenere sotto controllo gli insegnamenti dissidenti e radicali nell’Islam. L’Islam classico, come era stato nel Califfato arabo, era molto più tollerante. A quel tempo lì convivevano popoli diversi. Ho avuto molti amici e conoscenti del mondo arabo, a livello delle Nazioni Unite, sia occidentalizzati, sia ortodossi che pregavano cinque volte al giorno chiudendosi nei loro uffici. Tutti abbiamo fatto amicizia. Quanto ci hanno amato e rispettato!
E l’Africa? È proprio qui che nessuno ha dimenticato il passato coloniale. E l’India? Ho letto le memorie di un analista militare Snesarev[6], fece un lavoro straordinario! Descrive come ad un ricevimento, era alla fine del XIX secolo, la moglie di un ufficiale britannico che si trovava lì in viaggio di lavoro avrebbe dovuto essere accompagnata nella sala da pranzo a braccetto di un principe indù, tra l’altro, laureato in un’università britannica. E lei ad alta voce, a tutta la sala, disse: “Non è per questo che sono stata invitata qui, per darmi come cavaliere un indiano sporco”. Questi sono gli anglosassoni razzisti. Non c’è da stupirsi che i primi campi di concentramento furono creati dagli inglesi in Africa per i boeri….
[1] Aleksandr Sergeevich Griboedov (1795 – 1829), drammaturgo, poeta e diplomatico russo. Ambasciatore in Persia, morì a Teheran durante un assalto della folla all’ambasciata russa.
[2] Imam Shamil (1797 – 1871) guidò la resistenza antirussa nel Caucaso dal 1834 al 1859, durante la guerra caucasica.
[3] David Urquhart (1805 – 1877), diplomatico britannico presso l’ambasciata di Costantinopoli, dalle posizioni anti-russe e filo-turche, tentò di contrastare senza successo le intenzioni russe in Circassia.
[4] La rivolta dei Basmachi fu la rivolta dei popoli turchi musulmani del Turkestan russo. Per motivi panturchisti approfittò dei grandi sommovimenti iniziati con la Prima Guerra Mondiale e continuati con la Guerra Civile Russa. La rivolta continuò anche dopo la formazione dell’Unione Sovietica e fu domata solo nel 1931.
[5] Dalla canzone patriottica sovietica “Guerra Sacra” (Svjaschennaja Vojna) https://www.youtube.com/watch?v=IrIE0NsAZQI
[6] Andrej Evgenevich Snesarev (1865 – 1937), comandante militare, prima zarista poi sovietico, insegnante, geografo militare e orientalista. Fu membro a pieno titolo della Società Geografica Russa.
Fonte: https://www.stoletie.ru/vzglyad/byt_ili_ne_byt_rossii_v_istorii_240.htm
Traduzione e note a cura di Eliseo Bertolasi