Autore: Stefano Ricci – 15/04/2020
Relazione del dr Stefano Ricci al convegno di studi: Flussi dell’informazione e processi decisionali – Sala della Regina – Montecitorio – 28 gennaio 2020
Buongiorno,
inizio la mia relazione permettendomi di fare una piccola appendice su quelli che sono stati i contenuti degli interventi precedenti, in particolar modo quando si è parlato dell’overload informativo cui è sottoposto l’individuo quotidianamente.
Partiamo da alcuni semplici numeri: ogni sessanta secondi, Facebook è attraversato più o meno da trecentocinquanta gigabyte di dati personali; sempre in questi sessanta secondi, i server di Google registrano due milioni di query di ricerca vengono quindi effettuate due milioni di ricerche.
Nell’ arco di ventiquattro ore, Youtube registra più di quattro miliardi di pagine visualizzate e, sempre in queste ventiquattro ore, Twitter vede nascere duecento milioni di nuovi tweet.
Il 90% delle informazioni, dei dati, che sono stati prodotti a partire dall’ avvento dell’era informatica è stato prodotto negli ultimi due anni.
Appare allora abbastanza evidente come in questo caos, in questa supremazia del disordine sull’ordine costituito dalla cultura sia facile generare terreno fertile per la diffusione delle fake news. Nella maggior parte dei casi, queste fake news tendono anche a sviluppare, a sfruttare le innovazioni tecnologiche che vengono nel corso del tempo presentate alla grande opinione pubblica.
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Stefano Ricci, lavora come data analyst, per un’importante società italiana di import – export e come freelance cyber-security analyst. E’, inoltre, autore del volume: Cyber Warfare: Verso Un Nuovo Paradigma Strategico, 2017 (Cyber-Warfare – Towards a New Strategic Paradigm)