Autore: Mikhail Leonov – 31/07/2020
Il 27 gennaio 1945, il campo di concentramento nazista di Auschwitz (Auschwitz-Birkenau) fu liberato dalle truppe sovietiche. Tale data venne proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il 1° novembre del 2005, come “Giornata internazionale della memoria per le vittime dell’Olocausto”.
Quest’anno, alla vigilia della “Giornata internazionale della memoria per le vittime dell’Olocausto”, il 22-23 gennaio, si è svolto a Gerusalemme il Forum internazionale “Conserviamo la memoria dell’Olocausto, combattiamo l’antisemitismo”, al quale tra gli invitati ha preso parte anche il presidente russo Vladimir Putin.
Vi hanno partecipato i leader di 49 stati e i rappresentanti dei governi di ben 56 paesi, tra cui: Russia, Francia, Stati Uniti, Austria, Grecia, Germania e Italia. Tuttavia, il presidente di uno degli stati che tra le ex repubbliche dell’URSS subì quasi la maggior parte delle perdite a causa del genocidio compiuto dai nazisti, ha rifiutato di partecipare a questo Forum [1]. Secondo TASS, citando il servizio stampa del complesso commemorativo del Yad Vashem, il rifiuto del presidente ucraino Volodymyr Zelensky e della delegazione che lo avrebbe accompagnato al Forum mondiale sull’Olocausto ha suscitato stupore [2].
Personalmente, sono rimasto sconcertato anche da altri comunicati. In occasione della Giornata della memoria dell’Olocausto, il 27 gennaio, il rabbino capo dell’Ucraina Moshe Reuven Azman, sulla sua pagina Facebook [3] con un breve video ha ringraziato il presidente Volodymyr Zelenskyy per il suo sostegno: “Grazie presidente per avermi supportato. Spero che, molto presto, questa questione venga positivamente risolta e che la giustizia storica verrà ripristinata”. Subito non ho capito: ma di quale giustizia storica stiamo parlando?
Ma ecco la spiegazione. Sulla stessa pagina Facebook del 21 gennaio, Moshe Azman riporta quanto segue: “Ho appena inviato una lettera al Yad Vashem con una richiesta alla vigilia della “Giornata internazionale della memoria per le vittime dell’Olocausto” e del 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz per aiutare a ripristinare la giustizia storica nei confronti del metropolita Andrey Sheptytsky e per conferirgli il titolo onorifico di “Giusto tra le nazioni”.
Bene, proviamo a discernere e a ricordare la vera storia. Va detto che il 9 gennaio 2020 il memoriale nazionale israeliano Yad Vashem ha rifiutato ancora una volta di riconoscere Andrey Sheptytsky come “Giusto tra le nazioni”, in risposta a una richiesta da parte dei rappresentanti della Chiesa greco-cattolica ucraina (UGCC), inviata all’inizio del 2019. La decisione ovvia e legale del rifiuto, in quel momento, da parte della commissione, è stata presa sulla base d’informazioni sulla collaborazione tra il prelato greco-cattolico con gli invasori nazisti e per il suo contributo alla creazione della divisione SS “Galiziana” (la 14. Waffen-Grenadier-Division der SS ndr.).
Lo stesso giorno in cui il presidente dell’Ucraina parlava con i sopravissuti di Auschwitz, in Polonia, il 28 gennaio 2020, a Ivano-Frankivsk ha avuto luogo l’ennesima, usuale per l’Ucraina moderna, solenne messa funebre per un veterano della SS “Galiziana” e attivista dell’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini ndr.), un certo Mikhail Mulik. Alla presenza del sindaco della città, membro del partito Svoboda Ruslan Martsinkiv e del capo del Consiglio regionale Aleksander Sych, la messa funebre per l’ex attivista nazionalista è stata celebrata dal vescovo della UGCC Volodymyr Voytyshyn. Inoltre, alla cerimonia d’addio, accanto alla bara ha presenziato un picchetto d’onore in uniforme militare nazista[4]. Eppure in questa città e nei suoi dintorni, su 70 mila abitanti, 50 mila furono sterminati dai nazisti!
Si può provare a distorcere la storia per quanto possibile a favore del presente, ma a nostri giorni, in particolare, il capo dell’UGCC della diocesi di Ivano-Frankivsk il metropolita e arcivescovo Volodymyr Voytyshyn, celebra le esequie funebri di un ex membro dell’OUN in presenza di persone in uniforme nazista[5]. Questa storia manipolarla o negarla diventa impossibile!
Allo stesso tempo, i rappresentanti degli uniati (greco-cattolici ndr.) per tutto il tempo della loro esistenza in Ucraina non solo non si sono mai scusati per la loro cooperazione con la Germania nazista e nemmeno per i brindisi in onore dei nazionalisti dell’OUN-UPA (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini – Esercito Insurrezionale Ucraino ndr.), ma hanno anche cercato in tutti i modi di giustificarli, facendo, per questo, sforzi titanici.
Tornando a Sheptytsky, vorrei ricordare in termini generali quegli eventi. In un messaggio in occasione dell’ingresso dei nazisti a Leopoli, il capo dell’UGCC, il metropolita Andrey Sheptytsky dichiarò: “Salutiamo l’esercito tedesco vittorioso con gioia e gratitudine per la liberazione dal nemico”. In un biglietto personale ad Adolf Hitler, Sheptytsky scrisse: “Come capo della Chiesa geco-cattolica ucraina, porgo a Vostra Eccellenza le mie sincere congratulazioni per la conquista della capitale dell’Ucraina, Kiev dalle cupole d’oro! <…> Pregherò Dio per la benedizione della vittoria, che diventerà garanzia di una pace duratura per Vostra Eccellenza, l’Esercito Tedesco e il Popolo Tedesco”.
È noto che gli uniati presero parte attiva alla creazione della divisione SS “Galiziana”. In particolare, il sacerdote Vasil’ Laba, che dal novembre 1943 divenne Sturmbannführer delle SS, in un sermone dichiarò: “Noi esultiamo, perché con il consenso del Führer della Grande Germania, abbiamo avuto la possibilità di creare una divisione di fucilieri (guardie). <…> Nella lotta spalla a spalla con l’eroico soldato tedesco, il combattente ucraino sarà partecipe alle vittorie”. Lo stesso Laba fu designato come padre spirituale della divisione, altri 15 sacerdoti – come cappellani sempre della “Galiziana”.
A giudicare da ciò che sta accadendo in Ucraina, gli attuali rappresentanti dell’UGCC, i discendenti dei loro predecessori di quei tempi, non sono meno “devoti”. Solo non è chiaro come (sebbene sia chiaro – il perché?) con un tal patologico amore per l’ideologia nazionalistica, stiano per entrare nelle sale del Yad Vashem..
In una delle sue recenti interviste, l’ambasciatore israeliano in Ucraina Joel Lyon, rispondendo a delle domande riguardanti la glorificazione di Sheptytsky e il nazionalismo in Ucraina, ha dichiarato: “Per lo Stato d’Israele, la lotta contro l’antisemitismo, la lotta contro la glorificazione di persone che fecero parte dell’ideologia antisemita e che collaborarono con i nazisti, non costituisce in alcun modo un’interferenza negli affari interni dell’Ucraina. Qui uccisero gli ebrei solo perché erano ebrei. Noi siamo la voce di quegli ebrei. Lo siamo sempre stati e lo saremo sempre” [6].
Il rabbioso nazionalismo in Ucraina, certamente, suscita nel mondo lo stupore di molti. Tuttavia, tutte queste “celebrazioni funebri”, marce, glorificazioni, ridenominazioni, travestimenti e “rivoltature della coperta storica”, sfortunatamente, sono diventate una routine quotidiana. Ma c’è dell’altro non meno sorprendente: come il rabbino capo dell’Ucraina e il presidente dell’Ucraina riescano ad ascoltare le voci di questi “cercatori di verità” del nazionalismo e non possano sentire le voci di milioni di loro parenti e antenati uccisi e torturati..
Note
[1] Secondo le stime dell’Enciclopedia dell’Olocausto, pubblicate dal Museo Yad Vashem e dall’Enciclopedia ebraica elettronica, dall’Ucraina i nazisti coi loro fiancheggiatori uccisero il maggior numero di ebrei tra quelli delle ex repubbliche sovietiche – circa 1,5 milioni di persone.
[2] https://tass.ru/obschestvo/7588817
[3] https://www.facebook.com/Chief-rabbi-of-Ukraine-Головний-Рабин-України-388184211532597/
[4] https://pravda.if.ua/pid-zvuky-orkestru-u-ivano-frankivsku-provely-v-ostannyu-put-myhajla-mulyka/
[6] https://lb.ua/world/2020/01/31/448683_dzhoel_lion_v_dipotnosheniyah_mezhdu.html
Fonte: https://interaffairs.ru/news/show/25264
Traduzione di Eliseo Bertolasi