Author: Filippo Romeo – 12/08/2022
Uno dei fenomeni che contraddistingue l’attuale epoca politica è l’evaporazione dei partiti. Ciò pone un grande problema di rappresentanza con tutto quello che ne consegue sia in termini di vuoto attuale che di formazione della futura classe dirigente. Tale fenomeno mette in crisi quello che nel pensiero del costituzionalista democratico cristiano Costantino Mortati, che collaborò anche con Dossetti, fu definita “Costituzione materiale”, rappresentata appunto proprio dai partiti politici.
A fronte di tale dissipazione, frutto di un infausto incrocio di circostanze storiche politiche e giudiziarie, risulta di cruciale importanza concentrarsi sulle reali dinamiche che hanno provocato questo effetto.
Senz’altro apprezzabile è il contributo offerto dal Prof. Domenico Santangelo che ha curato il volume: Quale migliore politica? L’impegno responsabile dei cristiani e l’intelligenza generativa di Giuseppe Dossetti tra Vangelo e storia.
Il testo –che si pregia di raccogliere gli scritti di personalità del mondo accademico, politico e della società civile, nonché della postfazione di Mons. Galantino- a prescindere dalle posizioni e dalle visioni di ciascuno autore che ha contribuito all’opera, poggia su un assunto fondamentale ovvero “l’impegno di testimonianza – teoretico e pratico, personale e comunitario – dell’essere umano e, in specifico, del cristiano, nell’attività sociale, particolarmente nella vita politica, nella convinzione che quest’ultima costituisca intrinsecamente una modalità dell’esistenza da cui nessun uomo può sottrarsi o verso cui dichiararsi indifferente.”
L’opera, divisa in due grandi tronconi, approfondisce nella prima parte l’impegno, vissuto come missione, nella vita politica e sociale dell’uomo e del cristiano. Ciò anche alla luce della Dottrina sociale della Chiesa e tenendo conto del dialogo interdisciplinare con i saperi scientifici implicati in materia. La seconda, ponendosi in perfetta armonia con la prima, pone l’attenzione sulla figura di Giuseppe Dossetti e sulla sua relazione con il cattolicesimo democratico.
Il lavoro ha il pregio di far conoscere la figura di Dossetti sotto diverse sfaccettature. Questi, infatti, nonostante sia stato al centro di alcuni dei principali processi della storia d’Italia del secondo dopoguerra, il suo pensiero è stato poco approfondito, oserei dire anche persino rimasto sconosciuto a molti cristiani. Il testo, in particolare, mette in luce la pienezza con cui Dossetti ha vissuto il senso della storia, sia sotto il profilo politico che spirituale, riportando alla luce anche quelle che furono le qualità di educatore di Dossetti, soffermandosi sul suo impegno nel processo costituzionale che lo vide battersi per un patto di convivenza basato su un patrimonio di valori di carattere universale. In particolare, si esaltano le doti dell’uomo e del politico capace di coniugare le idee e i valori con l’agire pratico richiesto dai processi della politica, nonché la capacità e il coraggio di assumere posizioni scomode, quale, appunto la contrarietà all’adesione dell’Italia all’Alleanza Atlantica. A tal riguardo, Dossetti, forse non a torto, mostrava tutte le sue preoccupazioni sul ruolo dell’Italia all’interno di tale Alleanza ritenendo che, a fronte di un mancato impegno preventivo a costruire una strategia di intesa con gli altri Paesi europei, tale scelta ci avrebbe resi privi di un’effettiva influenza all’interno del patto. Per come viene messo in luce all’interno del testo da Pierluigi Castagnetti “Egli, in particolare, era molto preoccupato del clima che andava consolidandosi sullo scenario internazionale di forte contrapposizione fra i due blocchi, oltre che della rinuncia dell’Italia a giocare un ruolo nel bacino del Mediterraneo e in Europa. Era preoccupato che questa scelta legittimasse definitivamente e ingessasse la linea economica liberista che a suo avviso il governo italiano stava definendo in modo sempre più preciso.”
Nel contesto geopolitico attuale, in cui gli equilibri su scala internazionale sono sempre più labili mentre il Mediterraneo sta vivendo una fase di nuova e ritrovata centralità ma anche di grande conflittualità, riportare alla luce il pensiero di Dossetti, come anche quello di La Pira e Moro potrebbe per i decisori costituire una base di partenza per individuare nuove e più efficaci direttrici di intervento.
Tuttavia, oltre alle questioni legate agli equilibri internazionali sarebbe interessante provare ad indagare gli effetti prodotti sull’attualità sociale e politica italiana dal pensiero e dalle visioni riconducibili ai personaggi di quell’epoca. Nel caso di Dossetti, il volume curato dal Prof. Santangelo ha il pregio – per nulla scontato – di stimolare la sete di approfondimento per spostare i paletti della ricerca oltre il perimetro raffigurato dal volume e approfondire le ragioni di chi ha osservato Dossetti e il dossettismo anche da un’altra prospettiva. Così, attraverso una profonda e poco agevole ricerca bibliografica emergono delle altrettanto interessanti tesi, quale appunto quelle esposte da don Gianni Baget Bozzo e Pier Paolo Saleri, o quelle esposte da Stefano Fontana, senz’altro utili al dibattito, che fanno emergere elementi singolari sul pensiero e sull’azione di Dossetti, nonché sull’influenza avuta su tutta la classe politica italiana, in special modo su quella cattolica e comunista. Secondo Baget Bozzo, infatti, “un Dossetti non nel sistema democristiano, non deputato è molto più influente”. Don Baget, in particolare, indaga gli effetti prodotti da quella visione che ha posto la Costituzione come fondazione della legittimità della politica, nonché quale base del cambiamento culturale italiano di cui la resistenza e la collaborazione con il partito comunista ne costituivano le fondamenta.
L’inserimento del comunismo nella democrazia, secondo Fontana ha prodotto lo sviluppo al massimo grado della secolarizzazione, nonché favorito la democrazia liberale che proprio Dossetti combatteva. Inoltre, l’esaltazione della Costituzione in modo ideologico privava la stessa dei suoi fondamenti naturali.
Se, infatti, il gruppo di Dossetti fu sciolto nel 1951 il dossettismo, secondo tali studiosi, continuò a manifestare la sua influenza nel corso del tempo risultando incisivo in alcuni dei passaggi cruciali della storia repubblicana tra cui si annoverano la formazione delle correnti all’interno della DC, lo smantellamento dell’Iri da parte del dossettiano Beniamino Andreatta, l’avversione al PSI di Bettino Craxi, ma anche la nuova entrata in campo negli anni ’90 del monaco Dossetti a sostegno del Pool Mani Pulite.
Un grande contributo da parte dei dossettiani è stato dato anche alla formazione del PD con la confluenza al suo interno dei politici cattolici. Il PD, infatti, seppur rappresenti uno dei rari soggetti politici italiani all’interno del quale è possibile rintracciare gli ultimi scampoli di una vera classe dirigenziale (alcuni dei quali formatisi alla scuola di Frattocchie), ravvisa al suo interno importanti contraddizioni dal momento che, per citare Fontana, “la società secolare cui egli tendeva avrebbe minacciato la stessa democrazia, svuotandola di valori civici oltre che religiosi.” A tal riguardo, basti pensare alle battaglie contro i principi della legge morale e naturale sostenute in seno a tale forza politica con l’appoggio anche dei rappresentanti del dossettismo.
Pertanto, ben vengano contributi come quelli del Prof. Santangelo utili a riaprire il dibattito per giungere ed individuare l’essenza delle questioni e per rivitalizzarlo con nuovi contenuti, a mio avviso necessari, per un’adeguata formazione delle classi dirigenti del domani e per la formazione di soggetti politici il cui pensiero, cultura e visione siano ancorate a radici profonde e resistenti.
A cura di Domenico Santangelo
Quale migliore politica?
L’impegno responsabile dei cristiani e l’intelligenza generativa
di Giuseppe Dossetti tra Vangelo e storia
Il testo si qualifica come apporto costruttivo di pensiero e azione in
merito all’impegno responsabile – teoretico e pratico, personale e
comunitario – dell’essere umano e, nello specifico, del cristiano,
nell’attività sociale, particolarmente nella vita politica.
Le due parti contenutistiche profilano quei connotati strutturali che
caratterizzano l’identità e la missione della vita socio-politica, resi
concreti dalla feconda testimonianza che emerge nella relazione vissuta
tra don Giuseppe Dossetti ed il cattolicesimo democratico. L’ampiezza
di visione che scaturisce dal realismo della dimensione sociale del
Vangelo e l’approfondimento propositivo offerto dai singoli contributi
qui raccolti, insieme alla conclusione che riflette sul binomio politica e
spiritualità, e alla postfazione dedicata al rapporto Chiesa-poveri e alla
prossimità agli ultimi, riescono a evidenziare l’itinerario necessario
perché si incarni creativamente una genuina e coraggiosa amicizia
sociale autenticamente inclusiva, rispondendo, attraverso il vero
sviluppo della fraternità universale, alla domanda posta dal titolo del
volume.
Postfazione di mons. Nunzio Galantino
CONTRIBUTI DI:
A. Acquarelli, G. Alfano, P. Asolan, P.P. Baretta, B. Bignami, P. Castagnetti, S. Ceccanti, L.
Covatta, N. Galantino, L. Giorgi, G. Manzone, F. Monaco, G. Morelli, L. Sandonà, D.
Santangelo, B. Tabacci
Collana: Il Crogiolo
Formato: 15×21
Pagine: 198
Prezzo: € 18,00
ISBN: 978‐88‐6512‐814-5
Per informazioni:
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