Autore: Sofia Basile – 10/06/2021
Giuliano Tallone è il padre del suo nuovo libro intitolato “Le leggi della Natura. Politiche e normative dell’ambiente in un mondo globalizzato” ove in maniera olistica viene affrontato con serietà uno dei temi più in voga del nostro tempo: l’ambiente. Come ben espresso nella presentazione del libro svolta dal professore Gianfranco Tamburelli, tale scritto “spazia in modo essenziale con grande lucidità su aspetti storici, giuridici, filosofici, etici e naturalistici delle tematiche ambientali”.
Per comprenderne la natura è necessario specificare che lo scrittore è professore di Diritto e legislazione ambientale all’Università della Sapienza di Roma ed è stato presidente della LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli), ciò per certificare la sua esperienza in materia e dimostrare l’attendibilità di ciò che si legge tra le righe di questo testo.
L’innovazione del suo nuovo volume risiede nella collaborazione avviata con personaggi altrettanto di rilievo, che indubbiamente hanno arricchito l’elaborato dimostrando una lettura e interpretazione del tema amplia e diversificata. Le prime pagine sono dedicate al racconto della storia dell’uomo e quella della natura, storie che s’intrecciano da più di 13.000 anni, il cui rapporto viene delineato attraverso una visione storica delle dinamiche e degli esiti delle politiche e delle normative condotte dagli Stati sulle questioni ecologiche. L’Autore prende posizione dichiarando inesistente il dualismo uomo-natura e descrive la loro relazione piuttosto come un “gradiente continuo di rapporti tra presenza umana e utilizzo del territorio”.
Il grande punto di domanda su cui ci si interroga nella prima parte di questo studio è se la rottura della correlazione tra l’ambiente e l’uomo porterà quest’ultimo ad una sua auto-estinzione. Indubbia è l’attenzione che negli ultimi cinque anni i vertici politici hanno riposto per la tutela del nostro ecosistema, ma direttamente proporzionale è la preoccupazione in aumento dovuta alla crescita esponenziale delle capacità umane di saper sfruttare le risorse della Terra e di modificarla. La globalizzazione è stato un grande acceleratore dei fenomeni che incidono sul Pianeta senza considerare il determinismo dovuto all’aumento della popolazione e l’unificazione dei mercati orientale e occidentale. A partire dagli anni 2000, l’ONU si è messo all’opera nella creazioni di progetti e obiettivi generali per reagire alle azioni inquinanti dei popoli, il più recente dei quali ricordiamo è il Sustainable Development Goals (SDGs) che, con la sua “Agenda 2030”, spinge tutti gli Stati al benessere dell’umanità e la protezione dell’ambiente.
L’Autore successivamente aprirà una parentesi sul sistema giuridico preposto ad affrontare la questione ambientale. Dalla Bibbia al Corano, dal diritto romano a quello medievale vediamo che i nessi tra l’individuo e il luogo che abita sono già presenti e le varie normative riflettono la necessità dell’uomo di autoregolamentarsi nel suo rapporto con la natura. La premura dello scrittore nel descrivere le primordiali teorie sviluppate nel Belpaese, l’Italia, emerge nella dettagliata descrizione che viene portata avanti da Tallone dei vari elementi culturali che compongono il cosiddetto arcipelago delle origini dell’ambientalismo italiano.
Ad arricchire il set delle teorie ambientali che il professore è intento a costruire con tale libro è sicuramente il concetto di “landscape ecology” che suggerisce uno studio della materia a 360 gradi, in cui una “patch” influenza e ne inquina un’altra, come spiega Zev Naveh. Il Diritto internazionale dell’ambiente non viene per nulla escluso dall’Autore il quale non manca di fornire al suo pubblico, specialmente per i più inesperti, una panoramica generale sull’argomento.
Seguendo un “climax ascendente” vediamo come, dopo aver offerto a chi legge gli strumenti per comprendere e interpretare la normativa, entra nel vivo della materia andando a sbrogliare le matasse di “dubbi” che nel tempo si sono create in questa disciplina e da pochi chiarite. Un pilastro che Tallone sottoscrive è la Conferenza di Rio de Janeiro del 1992, saggiamente intitolata dall’autore “La Mancata Carta della Terra”, che innegabilmente ricopre un punto di svolta per l’etica della nostra società.
Biodiversità è una parola che con costanza ricorre tra le pagine del libro poiché incompleto sarebbe il logos portato avanti dallo scrittore che identifica in questa parola il nuovo imperativo degli stati occidentali. I disastri naturali sono stati raccontati con il più tragico dei toni e l’arrivo del Covid-19 non ha che aggravato una situazione già critica di per sé, e con una spinta propulsiva, la pandemia ha riportato in primo piano la questione della qualità dell’ambiente in relazione ai diritti sociali.
Un’Europa nuova è chiamata ad emergere, un’Italia nuova riaffiora particolarmente attiva come, spiega Tallone, un’ Italia presidente del “Realizing Opportunities of the 21” il cui motto “Persone, Pianeta e Prosperità” sarà il must di questo forum. Tallone per concludere chiude in maniera insolita questo lavoro, a scrivere la sua fine non è solo la sua penna ma anche quella di Ippolito Ostellino, naturalista ed ex responsabile della LIPU, costoro, attraverso un dialogo “umanamente rivoluzionario” si incamminano in sentieri e vie mai percorse in questa disciplina.
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