Autore: Lorena Nistor – 17/07/2023
L’odierno conflitto russo-ucraino, sebbene combattuto a livello regionale, ha acquisito fin da subito una valenza globale. L’intervento dell’Occidente a guida statunitense è stato immediato e si è manifestato con l’invio di armi a Kiev, necessarie per la difesa non solo del territorio ucraino. Ben presto, la guerra ha assunto dimensioni molto più grandi del previsto, trasformandosi in uno scontro ideologico tra l’Occidente e la Federazione Russa; da questo particolare punto di vista che investe la sovrastruttura ideologica, l’Ucraina, secondo la narrazione occidentale, difenderebbe non solo il proprio territorio ma anche i valori democratici e liberali. Le sanzioni economiche inflitte a Mosca hanno tuttavia destabilizzato gli equilibri geoeconomici mondiali e le risorse naturali sono diventate fonte di grande preoccupazione per un Occidente che, da questo punto di vista, è sempre stato fortemente dipendente dal continente asiatico. Il volume XI della rivista Geopolitica, (nn. 1-2/2022 ISSN2009-9193, Callive Edizioni) intitolato La geopolitica delle risorse al tempo della guerra tra l’Occidente e la Russia, curato da Tiberio Graziani e Giuliano Luongo, offre un’approfondita riflessione proprio su questa nuova conflittualità globale e sul ruolo cruciale che le risorse energetiche ricoprono in questo momento storico.
In Some premises that triggered the conflict between Russia and Ukraine, Calistrat M. Atudorei riflette sui motivi che hanno portato allo scoppio della guerra e sulle differenti percezioni della stessa: dal punto di vista occidentale, si tratta di un’aggressione brutale e ingiustificata ai danni di uno Stato sovrano e indipendente, che ha come unico responsabile il presidente russo Vladimir Putin; al contrario, secondo la Russia, l’Occidente ha violato i trattati di cooperazione pacifica con Mosca e armato per anni l’Ucraina in chiave anti-russa, costringendo Putin all’invasione per proteggere la sicurezza del proprio Paese. Tutti gli interventi russi in territorio ucraino nel corso degli anni, dall’invasione della Crimea al sostegno fornito alle auto-proclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk, sono stati accompagnati da tentativi di giustificazione a livello giuridico: come sottolineato da Roberto Bastianelli in Lo status giuridico della Crimea e delle Repubbliche del Donetsk e del Luhansk, la Federazione ha sempre invocato l’art. 51 della Carta ONU, appellandosi alla legittima difesa, ma la comunità internazionale ha sistematicamente condannato queste azioni reputandole violazioni del diritto internazionale. Infatti, secondo alcuni, la Russia è interessata a proteggere la propria sfera di influenza e porrà fine al conflitto solo nel momento in cui la sua sicurezza verrà presa in considerazione, ma la principale chiave di lettura della situazione, soprattutto in Occidente, è quella secondo cui ci si trova di fronte a una potenza imperiale che vuole estendere la propria influenza su tutta l’Europa, obiettivo già parzialmente raggiunto da un punto di vista energetico (La grande svolta economica, Alexander Rahr). Esiste una sola certezza: la guerra in Ucraina ha dato inizio a una vera e propria svolta geoeconomica a livello mondiale, dato che le economie di Russia e Ucraina sono, direttamente o indirettamente, connesse a quelle di quasi tutto il pianeta, essendo questi due Paesi principali fornitori di greggio e grano (Economia, risorse, guerra: il lato oscuro della geopolitica e della logistica, Gino Lanzara).
Dunque, in generale, le sanzioni nei confronti di Mosca hanno avuto effetti pesanti sull’economia di tutto il mondo: la riduzione del volume di commercio e il conseguente aumento del prezzo dei beni hanno danneggiato un’economia che era già stata messa in difficoltà dalla pandemia, come riportato da Giovanni Saccà nel suo elaborato Il trasporto delle merci e la guerra in Ucraina. Tuttavia, la dimensione geoeconomica assunta dal conflitto risulta particolarmente evidente nei rapporti che sussistono tra Stati Uniti, Unione Europea e Russia. Il ruolo del gas naturale nelle scelte energetiche di Stati Uniti e Germania dimostra come la Germania, ad esempio, sia sempre stata fortemente dipendente da forniture energetiche esterne e come prima della guerra ci fosse una stretta collaborazione con Russia e Stati Uniti; ora, invece, Washington rappresenta il principale punto di riferimento. Inoltre, la consapevolezza della dipendenza europea dalla Russia e i tentativi di sottrarre i Paesi dell’Unione dalla sua influenza hanno avuto inizio ben prima dello scoppio delle ostilità. Romania e Polonia svolgono due ruoli cruciali al riguardo, in quanto alleati degli Stati Uniti in Europa in chiave anti-russa: la Polonia intende diventare un hub europeo di gas liquido proveniente dagli USA, mentre la Romania vuole diminuire il consumo di gas russo e diventare la base del transito per il petrolio proveniente dal Caucaso meridionale e diretto nel resto dell’Europa (La geopolitica delle risorse energetiche dal Mar Baltico al Mar Nero, Vadislav Gulevich). In ogni caso, l’Europa è messa a dura prova dal conflitto. La dipendenza da forniture energetiche provenienti dall’estero e la scarsa coesione interna (come si evince anche dall’articolo Dall’accordo di Cotonou al post-Cotonou: riflessioni sulla gestione della cooperazione con i Paesi Terzi dell’Unione Europea di Giuliano Luongo) fanno sì che questa resti ai margini dello scacchiere geopolitico mondiale, conteso principalmente tra gli Stati Uniti e i Paesi emergenti dell’Oriente (Geopolitica delle risorse. Ricchezza e povertà. L’Occidente europeo tra recessione o retrocessione, Giuseppe Romeo).
Attualmente, la tendenza unipolare statunitense è controbilanciata dal progressivo instaurarsi di un sistema mondiale multipolare, con nuovi e diversi centri di potere geopolitico ed economico. Nel loro elaborato The changing face of the world. Multipolar perspectives from India, China and Russia, Anton Friesen e Petr Bystron affermano che Cina, Russia e gli altri Paesi BRICS stanno sfidando l’egemonia statunitense. A dimostrazione di ciò, si prendano in considerazione la questione taiwanese e la nuova corsa allo spazio. L’attenzione di Pechino nei confronti di Taipei non è dovuta esclusivamente a ragioni storico-politiche e alla posizione strategica dell’isola per il commercio marittimo, ma anche al fatto che Taiwan è il maggior produttore di semi-conduttori al mondo. L’isola, dunque, è fondamentale per l’economia industriale mondiale, che la Cina intende dominare scalzando così gli Stati Uniti dalla posizione egemonica che hanno occupato per decenni (La proporzione che lega Mosca a Taipei, Giuseppe Morabito). Per quanto concerne invece la nuova corsa allo spazio, i protagonisti sono proprio Cina, Russia, USA e Unione Europea: l’intento principale è quello di sfruttare le cosiddette “terre rare”, risorse imprescindibili al giorno d’oggi che sono impiegate nella costruzione di innumerevoli apparecchiature, mentre quello secondario è di natura militare, soprattutto nel caso di Cina, Russia e Stati Uniti (Guerra mondiale spaziale, Manfredi Orlando ed Emanuel Pietrobon).
In conclusione, il conflitto tra Russia e Ucraina ha assunto una rilevanza globale. L’isolamento russo ha destabilizzato i mercati mondiali anche dal punto di vista energetico, oltre ad aver messo in evidenza la forte dipendenza dell’Occidente dalle risorse naturali provenienti dall’Asia. L’Europa, proprio a causa di questa dipendenza, sembra occupare una posizione debole e marginale nel panorama geopolitico mondiale, dominato da Stati Uniti e dai Paesi asiatici. Insomma, ad essere combattuta non è solo una guerra tra l’esercito russo e quello ucraino; i confini del conflitto si sono espansi a tal punto da farlo diventare uno scontro tra titani le cui armi sono le risorse naturali.
Lorena Nistor, Laurea Triennale in Mediazione Linguistica (Arabo e Spagnolo) con tesi sul conflitto arabo-israeliano e i movimenti pacifisti in Israele, conseguita presso l’Università degli Studi Roma Tre. Attualmente studentessa magistrale in Investigazione, Criminalità e Sicurezza Internazionale presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma. Stagista presso Vision & Global Trends International Institute for Global Analyses, nell’ambito del progetto Società Italiana di Geopolitica.
GEOPOLITICA – ISSN 2009-9193 – VOL. XI – N. 1-2/ 2022
INDICE
FOCUS: LA GEOPOLITICA DELLE RISORSE AL TEMPO DELLA GUERRA TRA L’OCCIDENTE E LA RUSSIA
Il ruolo del gas naturale nelle scelte energetiche di Stati Uniti e Germania
GIUSEPPE GAGLIANO
La geopolitica delle risorse energetiche dal Mar Baltico al Mar Nero
VADISLAV GULEVICH
Economia, risorse, guerra: il lato oscuro della geopolitica e della logistica
GINO LANZARA
La proporzione che lega Mosca a Taipei
GIUSEPPE MORABITO
Guerra mondiale spaziale
MANFREDI ORLANDO, EMANUEL PIETROBON
La grande svolta economica
ALEXANDER RAHR
Geopolitica delle risorse. Ricchezza e povertà. L’Occidente europeo tra recessione o retrocessione
GIUSEPPE ROMEO
Il trasporto delle merci e la guerra in Ucraina
GIOVANNI SACCA’
ORIZZONTI
Some premises that triggered the conflict between Russia and Ukraine
CALISTRAT M. ATUDOREI
Lo status giuridico della Crimea e delle Repubbliche del Donetsk e del Luhansk
RODOLFO BASTIANELLI
Pandemia ed esplosione dei social network. Ipotesi di un modello di tassazione
ENEA FRANZA
Dall’accordo di Cotonou al Post-Cotonou: riflessioni sulla gestione della cooperazione con i Paesi Terzi dell’Unione Europea
GIULIANO LUONGO
The Changing Face of the World. Multipolar perspectives from India, China and Russia
ANTON FRIESEN, PETR BYSTRON
La lezione controversa di Enrico Mattei
FRANCESCO SIDOTI
Diplomazia culturale e scientifica nel periodo buio
KSENIA M. TABARINTSEVA ROMANOVA
INTERVISTE
Le risorse minerarie in America Latina
EDUARDO ALFONSO CHAPARRO AVILA
RECENSIONI
India Foundation Journal, Vol III, Issue No. 6 – November-December 2022 – ISSN 2347-1522
Le proposte dell’India per il G20 del 2023: multilateralismo e democrazia digitale?
ALBERTO COSSU
The World System in transition: a panoramic view – a cura di Charles Pennaforte, Editora UFPel, 2022
MARIA ALESSANDRA VARONE
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