Autore: Giorgia Pagliuca – 05/4/2023
“Saggi di geopolitica classica. Dai nuovi heartland alle guerre dell’acqua” di Phil Kelly – a cura di Tiberio Graziani ed Emanuel Pietrobon. Prefazione di Federico Bordonaro. (Collana Heartland, Callive-Media&Books, Roma, 2023)
Recensione di Giorgia Pagliuca – UnINT – Università degli Studi Internazionali di Roma, Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses – Progetto Società Italiana di Geopolitica
Nel volume Saggi scelti di geopolitica classica. Dai nuovi heartland alle nuove guerre dell’acqua (Roma, 2023) sono raccolti, a cura degli studiosi Tiberio Graziani ed Emanuel Pietrobon, sette scritti del geopolitico statunitense Phil Kelly.
Phil Kelly ha insegnato per molti anni Scienze politiche presso l’Emporia State University (Kansas, Usa). Ha al suo attivo, oltre numerosi articoli e saggi pubblicati in riviste specializzate, cinque libri, tra cui Checkerboards and Shatterbelts: the Geopolitics of South America (1997), Geopolitics of the Southern Cone and Antarctica (con Jack Child, 1988), Assessing Democracy in Latin America: A tribute to Russel H. Fitzgibbon (1998), testi considerati fondamentali dagli esperti di settore per orientarsi nella complessità delle relazioni geopolitiche tra il subcontinente americano e gli USA.
Lo studioso statunitense, in oltre quarant’anni di ricerca e produzione accademiche, ha testato, applicandoli in diversi contesti, i principali concetti della geopolitica classica. I risultati ottenuti, condensati nel volume Classical Geopolitics (2016), hanno radicato in lui la convinzione dell’importanza teorica della geopolitica classica nello studio delle relazioni internazionali, facendone un instancabile ed appassionato promotore di tale approccio teorico e pratico ad un tempo.
Membro del Mackinder Forum, Kelly considera l’illustre geografo britannico suo mentore, come esplicitamente affermato nella Conversazione con i due curatori, pubblicata a corredo del presente volume.
Saggi scelti di geopolitica classica è prefato da Federico Bordonaro della Webster University (Vienna), autore di La geopolitica anglosassone (Milano, 2009, 2012), il quale invita studenti e studiosi alla lettura di questo testo che considera importante per tre ragioni. Per Bordonaro, Kelly (a) offre un’articolata e solida difesa della geopolitica classica sviluppatasi nel mondo anglofono tra il 1890 e il 1945; (b) contribuisce al miglioramento di tale tradizione classica, rivalutando non solo il concetto di Heartland ma anche precisandone la collocazione geografica; (c) ricostruisce oltre un secolo di studi geopolitici classici, mettendolo a disposizione di studenti, analisti ed esperti.
In Saggi scelti di geopolitica classica l’autore concentra la sua attenzione sulla definizione di geopolitica, ponendo l’accento sul fatto che essa non è una scienza, bensì un modello per profilare l’approccio che uno Stato ha agli affari esteri.
Phil Kelly aderisce alla geopolitica classica ponendosi in contrasto con altri colleghi quali Kennan e Gray che considera realisti e Spykman che ritiene aderisca tanto al modello realista quanto a quello della geopolitica classica, mentre individua come suo mentore Halford Mackinder con il quale si trova, tuttavia, in contrasto solo sul posizionamento del pivot globale, individuato, come noto, dallo studioso britannico nell’Eurasia, mentre per l’autore è l’America settentrionale.
Per Phil Kelly un ruolo particolare va riconosciuto al Mississippi, quarto fiume più lungo del mondo, quasi interamente navigabile che permette un traffico di merci sicuro; i corsi d’acqua sono collegati ad abbondanti depositi energetici e minerari, le terre ad esso adiacenti sono fertili e coltivabili. Tali caratteristiche mostrano quanto sia eccezionalmente importante questo fiume nell’America settentrionale e come esso costituisca il vero fulcro del potere che ha contribuito ad elevare l’impatto globale degli Stati Uniti.
Nel saggio Contrasto tra due versioni della geopolitica l’autore si focalizza sulle differenze tra geopolitica classica e critica, sottolineando che la prima è definita come lo studio di ubicazioni e posizioni di stati, regioni e risorse che influenzano le azioni e le politiche estere di uno stato, mentre la seconda riguarda il processo decisionale delle élite di uno stato.
Ma il vero obiettivo della raccolta è “salvare la geopolitica classica separandola dal realismo”; così è intitolato il secondo saggio nel quale lo studioso statunitense spiega che senz’altro la geopolitica classica rientra nella tradizione del realismo politico e condivide con quest’ultimo alcuni presupposti ma, subordinando la prima al secondo si rischia di perdere quei benefici che potremmo trarre dall’emancipare un modello dall’altro.
Nei saggi centrali pubblicati in questo volume, Phil Kelly si sofferma sugli Stati Uniti, considerati quale unico stabilizzatore globale essendo una potenza che, sottolinea l’autore, dispone degli elementi in grado di controllare sia la terra che il mare, a differenza dei suoi sfidanti, Russia e Cina, potenze esclusivamente terrestri.
Per il prossimo futuro, Phil Kelly, servendosi dell’analisi geopolitica, prevede agitazioni dovute alla scarsità dei beni e a tale tema è dedicato il saggio Geopolitica della scarsità globale scritto con David Claridge.
La penuria, secondo i due autori, è la risultante di altri elementi spaziali tra i quali: cambiamento climatico, esaurimento delle acque e declino delle ricchezze naturali ed energetiche.
Nella ricerca di soluzioni al problema della scarsità andrebbe considerata, secondo Kelly e Claridge, in maniera particolare la tesi della dipendenza che vede stati prosperi in contrapposizione a stati impoveriti dalla loro incapacità di generare ricchezze per sé stessi. Inoltre, viene osservato, il cambiamento climatico sta penalizzando le aree già indigenti e si iniziano a percepire i rischi legati al surriscaldamento, tra cui decessi per il caldo, incendi boschivi e distruzione di flora e fauna, e alla scarsità idrica. Tra l’aumento di temperatura e del livello del mare i fattori di rischio non riguardano solo lo scioglimento dei ghiacciai e la scarsità di acque sempre più inquinate che diffondono malattie, ma anche la questione delle migrazioni e il costante aumento della popolazione.
Le migrazioni -sempre più consistenti- da terre povere potrebbero generare opposizione da parte di chi abita le zone sicure e più ricche e tutto questo renderebbe un clima favorevole non solo ai nazionalismi ma anche ai promotori della purezza razziale.
Gli autori nella parte terza del saggio, pur scettici in merito alla possibilità che esse vengano applicate, offrono alcune soluzioni riguardanti l’interesse della comunità che dovrebbe avere la priorità su quello del singolo, la cooperazione tra pubblico e privato e invitano anche alla trasparenza.
Il messaggio che Phil Kelly vuole mandare, insieme ai co-autori, è quindi un invito agli Stati più ricchi ad occuparsi di quelli più poveri al fine di ridistribuire ricchezze per evitare tensioni e guerre.
Per concludere, una raccolta di saggi illuminante anche per chi, come gli studenti, si avvicinano a questo insegnamento per la prima volta; la professione di docente e ricercatore emerge dagli scritti di Phil Kelly e permette al lettore di comprendere anche i passaggi più complicati.
Giorgia Pagliuca – Laurea Triennale in interpretariato e traduzione con tesi sull’avvenire della Brexit, conseguita presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma. Master in protezione del sistema paese presso SIOI. Attualmente studentessa magistrale in Criminalità, Investigazione e Sicurezza Internazionale, presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma. Stagista presso Vision & Global Trends International Institute for Global Analyses, nell’ambito del progetto Società Italiana di Geopolitica.