Autore: Alberto Cossu – 16/10/2024
La diplomazia della scuola
Alberto Cossu
La scuola è da sempre considerata il fondamento di una società, il luogo dove si formano i cittadini del domani. In un mondo sempre più interconnesso e globalizzato, il ruolo della scuola si è ulteriormente ampliato, diventando un veicolo fondamentale per l’internazionalizzazione di un Paese e per la promozione dei suoi valori culturali.
Nel suo recente libro “La scuola dei talenti”, Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del merito, sostiene che l’istruzione è un potente strumento di soft power, capace di superare i confini nazionali e di preparare i giovani a vivere in un contesto globale, caratterizzato da una crescente complessità e da sfide sempre nuove. È quella che l’autore definisce la “diplomazia della scuola”. L’autore, forte della sua lunga esperienza nel settore dell’istruzione, propone soluzioni concrete e innovative per valorizzare il talento dei giovani italiani e rendere il nostro sistema scolastico più competitivo a livello internazionale.
L’educazione del XXI secolo deve andare oltre la semplice trasmissione di nozioni, per diventare un percorso di crescita personale e intellettuale che permetta agli studenti di sviluppare competenze trasversali, fondamentali per il futuro, come la creatività, il pensiero critico, la capacità di risolvere problemi e la collaborazione. In un mondo dominato dall’informazione, è fondamentale insegnare ai giovani a selezionare le fonti, a valutare le informazioni in modo critico e a utilizzarle in modo costruttivo. Diventa fattore strategico di successo formare talenti cioè giovani ad alto potenziale, capaci di ricoprire con competenza i ruoli che gli vengono proposti e rispettare la sostenibilità etica.
L’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie offrono opportunità senza precedenti per personalizzare l’apprendimento e rendere l’educazione più coinvolgente e stimolante. Tuttavia, è necessario prestare attenzione ai rischi connessi all’uso eccessivo degli strumenti digitali, che possono compromettere la concentrazione e la capacità di apprendimento profondo.
L’internazionalizzazione della scuola italiana è un processo complesso e sfidante, che richiede un impegno costante da parte di tutti gli attori coinvolti: istituzioni, docenti, studenti e famiglie. È necessario promuovere la mobilità studentesca e dei docenti, favorire la collaborazione con scuole straniere e incoraggiare l’apprendimento delle lingue straniere fin dalla prima infanzia.
L’apertura verso altre culture è fondamentale per sviluppare una mentalità globale e per preparare i giovani a lavorare in contesti multiculturali. La scuola deve diventare un luogo di incontro e di scambio, dove gli studenti possono confrontarsi con diverse prospettive e arricchire il proprio bagaglio culturale.
Le imprese svolgono un ruolo chiave nell’internazionalizzazione della scuola, offrendo opportunità di stage, tirocini e progetti di alternanza scuola-lavoro. Queste esperienze consentono agli studenti di entrare in contatto con il mondo del lavoro e di acquisire competenze pratiche spendibili nel mercato globale.
Inoltre, le imprese possono sostenere la scuola attraverso donazioni, sponsorizzazioni e iniziative di mentoring, contribuendo così a migliorare la qualità dell’offerta formativa e a creare un legame più stretto tra scuola e mondo del lavoro.
La scuola italiana ha un enorme potenziale per diventare un punto di riferimento a livello internazionale. Investendo nell’educazione, nella formazione dei docenti e nella promozione dell’internazionalizzazione, possiamo preparare le nuove generazioni ad affrontare le sfide del futuro e a contribuire alla costruzione di un mondo più giusto e sostenibile.
È fondamentale che tutti gli attori coinvolti collaborino per raggiungere questo obiettivo: istituzioni, docenti, studenti, famiglie e imprese. Solo attraverso un impegno congiunto possiamo rendere la scuola italiana un luogo di eccellenza, capace di formare cittadini consapevoli, competenti e pronti ad affrontare le sfide di un mondo sempre più complesso e interconnesso. Come dice l’autore formare talenti in un sistema meritocratico.
Un’opportunità interessante secondo l’autore è offerta dal Piano Mattei, il piano del governo italiano che punta a investire in Africa in settori strategici come l’energia, le infrastrutture e lo sviluppo sostenibile.
La scuola può diventare un potente strumento di diplomazia, in particolare nei confronti del continente africano oltre che verso l’Asia. Attraverso una serie di iniziative, l’Italia può creare un ponte culturale e favorire lo sviluppo di relazioni durature tra diversi continenti. L’autore dice esplicitamente: “l’espansione del sistema Italia passa attraverso la capacità di tessere relazioni positive con altri paesi e con il rafforzamento del nostro sistema imprenditoriale”. Un segmento su cui il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha deciso di operare è l’istruzione tecnica su esplicita richiesta di paesi africani e di altri continenti. Questa è un’occasione di cooperazione e di rafforzamento della presenza italiana attraverso lo sviluppo in diversi territori di istituti agrari, alberghieri, turistici. Molte imprese italiane hanno de-localizzato, ma non trovano professionalità adeguate in loco.
Il Piano Mattei offre un’opportunità unica per rafforzare i legami tra l’Italia e l’Africa e per promuovere lo sviluppo del continente. La scuola può svolgere un ruolo chiave in questo processo, formando le nuove generazioni di professionisti africani e italiani che saranno chiamati a collaborare per costruire un futuro migliore. L’autore dice esplicitamente attraverso la scuola, possiamo: – far conoscere agli studenti stranieri la storia, la cultura e le tradizioni dell’Italia, sfidando gli stereotipi e promuovendo un approccio più critico e consapevole; – favorire lo sviluppo di competenze tecniche negli studenti, preparandoli a lavorare in contesti multiculturali e interdisciplinari; – educare gli studenti ai principi della sostenibilità e sensibilizzarli alle sfide ambientali e sociali che l’Italia sta affrontando.
L’internazionalizzazione della scuola italiana in Africa o in altri continenti presenta numerose sfide, tra cui:
- La necessità di investimenti: Per realizzare questi progetti, è necessario investire in risorse umane, materiali e finanziarie.
- Le difficoltà logistiche: Organizzare scambi culturali e programmi di mobilità può essere complesso, soprattutto in contesti caratterizzati da infrastrutture carenti.
- Le differenze culturali: È fondamentale rispettare le differenze culturali e le specificità dei contesti africani, evitando approcci paternalistici e omologanti.
Tuttavia, le opportunità sono altrettanto numerose. L’Africa è un continente giovane e dinamico, con un enorme potenziale di sviluppo. Investire nell’educazione dei giovani africani significa investire nel futuro del continente e rafforzare i legami di cooperazione con l’Italia. Il modello – scrive Valditara – è rappresentato dall’accordo bilaterale firmato ad Addis Abeba con il governo dell’Etiopia finalizzato a rafforzare la collaborazione tra i sistemi di istruzione italiano ed etiope. L’accordo prevede la collaborazione strategica nel settore dell’istruzione, lo sviluppo della lingua italiana, rivolta anche alla creazione di competenze tecniche adeguate alle esigenze specifiche dei sistemi produttivi dei rispettivi paesi.
In conclusione, il libro di Valditara, oltre che ricostruire uno scenario storico e filosofico della scuola italiana, su cui per nostra scelta abbiamo preferito non soffermarci, per focalizzare la nostra attenzione invece sulle ultime riforme avvenute nella scuola italiana, aggiorna in particolare sul ruolo di primo piano che il sistema della scuola italiano può svolgere nell’internazionalizzazione del Paese e nel rafforzamento dei rapporti con l’Africa e con altri continenti. Attraverso una serie di iniziative concrete come quelle citate, l’autore dimostra che si può creare un ponte culturale e favorire lo sviluppo di relazioni durature tra l’Italia e altri continenti in particolare con l’Africa grazie alle iniziative previste nel quadro del Piano Mattei.
Esso offre un’opportunità unica per realizzare questo obiettivo. Investire nell’educazione soprattutto in quella tecnica-professionale significa investire nel futuro e contribuire ad un’immigrazione sostenibile.