Autore: Giovanni Saccà – 31/01/2019
Premessa
Il 7 febbraio 1992 è stato sottoscritto dai dodici paesi membri dell’allora Comunità Europea il Trattato di Maastricht[1] (92/C 191 /01), o Trattato sull’Unione Europea (TUE. Entrato in vigore il 1º novembre 1993, costituisce una tappa fondamentale nel processo di integrazione europea, intrapreso con l’istituzione delle Comunità europee. Ciò in quanto era molto sentita la necessità di porre solide basi per l’edificazione dell’Europa futura, priva di divisioni e di differenze, nel rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali nonché dello Stato di diritto.
Nel desiderio di intensificare la solidarietà tra i loro popoli nel rispetto della storia, della cultura e delle tradizioni, si desiderava rafforzare e fare convergere le economie dei paesi membri istituendo l’Unione economica e monetaria, in modo da promuovere il progresso economico e sociale, nel contesto della realizzazione del mercato interno e del rafforzamento della coesione e della protezione dell’ambiente. Si desiderava inoltre che venissero create le condizioni per istituire la cittadinanza comune europea, sviluppando una stretta cooperazione nel settore della giustizia e degli affari interni e creando le condizioni per potere avere una politica estera e di sicurezza comune rafforzando così l’identità dell’Europa e la sua indipendenza al fine di promuovere la pace, la sicurezza e il progresso in Europa e nel mondo.
Tutto ciò con l’obiettivo di agevolare la libera circolazione delle persone, garantendo allo stesso tempo la sicurezza dei popoli mediante l’inclusione, in modo da portare avanti il processo di creazione di un’unione sempre più stretta fra i popoli dell’Europa, in cui le decisioni siano prese il più vicino possibile ai cittadini, conformemente al principio della sussidiarietà, in previsione degli ulteriori passi da compiere ai fini dello sviluppo dell’integrazione europea.
L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di guidare lo sviluppo delle attività economiche nell’insieme della Comunità in modo armonioso ed equilibrato, per una crescita sostenibile, non inflazionistica nel rispetto dell’ambiente. Per tale scopo è indispensabile che i risultati economici dei paesi membri abbiano un elevato grado di convergenza, che sia garantito un elevato livello di occupazione e di protezione sociale, migliorando il tenore e la qualità della vita, la coesione economica e sociale e la solidarietà tra gli Stati membri.
Sulla base di tali principi sono stati aboliti, tra gli Stati membri, i dazi doganali e le restrizioni quantitative all’entrata e all’uscita delle merci, è stato stabilito che devono essere eliminati tutti gli ostacoli che impediscono la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali nel rispetto del principio di un’economia di mercato aperta e in libera concorrenza.
Dall’entrata in vigore del Trattato di Maastricht si è deciso che devono essere prese decisioni politiche comuni nei settori dell’agricoltura e della pesca, dei trasporti, della ricerca e dello sviluppo tecnologico, nell’incentivazione della creazione e dello sviluppo di reti transeuropee e in moltissimi altri campi.
Tutto ciò implica il rispetto da parte degli Stati membri e della Comunità di alcuni principi direttivi: prezzi stabili, finanze pubbliche e condizioni monetarie sane nonché bilancia dei pagamenti sostenibile.
Il Titolo XII del Trattato di Maastricht all’articolo 129 B – RETI TRANSEUROPEE stabilisce:
“1. Per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di cui agli articoli 7 A e 130 A e per consentire ai cittadini dell’Unione, agli operatori economici e alle collettività regionali e locali di beneficiare pienamente dei vantaggi derivanti dall’instaurazione di uno spazio senza frontiere interne, la Comunità concorre alla costituzione e allo sviluppo di reti transeuropee nei settori delle infrastrutture dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell’energia.
- Nel quadro di un sistema di mercati aperti e concorrenziali, l’azione della Comunità mira a favorire l’interconnessione e l’interoperabilità delle reti nazionali, nonché l’accesso a tali reti. Essa tiene conto in particolare della necessità di collegare alle regioni centrali della Comunità le regioni insulari, prive di sbocchi al mare e periferiche.”
Per darne attuazione, la Commissione europea ha sviluppato delle linee-guida relative ad obiettivi, priorità, identificazione dei progetti di interesse comune e linee maestre per i tre settori coinvolti (trasporti, energia e telecomunicazioni). Il Parlamento europeo ed il Consiglio dell’Unione europea hanno approvato tali linee-guida dopo essersi consultati con il Comitato economico e sociale e con il Comitato delle regioni.
Note:
[1] http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:11992M/TXT
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Dott. Ing. Giovanni Saccà
Responsabile Settore Studi Trasporti Ferroviari C.A.F.I.
C.A.F.I. Collegio Amministrativo Ferroviario Italiano
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