Autore: Giuseppe Romeo – 14/09/2024
A leggere diversi commentatori o ad ascoltare analisi ad ampio spettro in una versione quasi ossessivo-compulsiva che sembra contagiare ogni centro sino alle periferie mediatiche di un altrove improbabile, credendo di chiudere la partita prima o poi, dovremmo, alla fine, trincerarci nel «Che guerra sia!».
Questo pensando, dopo più di due anni ormai dall’inizio del conflitto russo-ucraino, o illudendoci, che la questione della crisi russo-ucraina si possa semplificare riconducendola all’interno di un modello polemologico perfetto di confronto per il quale vi debba essere una sola, unica, canonica, chiara separazione tra vincitore e vinto, o tra aggressore e aggredito, o, ancora, più semplicemente tra amico/nemico.
Una semplificazione di status tale da poter rendere più semplice ciò che semplice non è: la complessità della guerra, di ogni guerra. Una complessità dettata dalle ragioni stesse delle diverse variabili che si presentano – al di là di ogni pianificazione possibile e oltre ogni certezza nel credere di poter mantenere un differenziale significativo in termini di capacità militare se non economica – che rendono, la guerra, il campo dell’indeterminatezza.
Senza essere troppo noiosi, al netto delle innumerevoli riflessioni che si susseguono nella nuova stirpe di analisti, civili e militari, soprattutto occidentali orientati a vedere solo con lenti di comodo ciò che accade, e senza cadere nel solito doppio standard per il quale Putin è un criminale, probabilmente da condannare se fosse, e un Netanyahu, più improbabilmente, da santificare, resta fermo un punto sul quale non ci si sofferma abbastanza: la storia processa in modo diverso e, senza una coscienza e memoria degli errori, lascia sempre conti in sospeso.
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Giuseppe Romeo. Accademico, analista politico e pubblicista, è autore di diversi articoli scritti per riviste di settore nell’ambito della difesa e della storia delle relazioni internazionali tra le quali “Geopolitica”, “Rivista Militare”, “Informazioni della Difesa”, “Affari Sociali Internazionali”, “Eurasia”, “Imperi” oltre che per “Rivista di Politica”. Tra i volumi pubblicati, oltre alle opere monografiche dedicate al diritto e al Mediterraneo, si ricordano La politica estera italiana nell’era Andreotti (2000); Eurosicurezza. La sfida continentale. Dal disordine mondiale ad un ordine europeo (2001); La fine di un mondo. Dai resti delle torri gemelle una nuova teoria delle relazioni internazionali (2002); La guerra come destino? Palestinesi ed israeliani a confronto. La paura della pace (2002); L’acqua. Scenari per una crisi (2005); All’ombra della mezzaluna. Dopo Saddam, dopo Arafat, dopo la guerra (2005); L’acqua. Scenari per una crisi (2005); Il Fronte Sud dell’Europa. Prospettive economiche e strategie politiche nel Mediterraneo (2007); L’ultimo soldato. Pace e guerra nel nuovo mondo (2008); La Russia post-imperiale. La tentazione di potenza (con Alessandro Vitale, 2009); Un solo Dio per tutti? Politica e fede nelle religioni del Libro (con Alessandro Meluzzi, 2018); Da Vienna a Parigi. Gli ultimi giri di valzer. La Grande Guerra, la Conferenza di Pace e l’ordine mondiale. Storia di un’Europa sconfitta (2021); Guerre Ibride. I volti nuovi del conflitto (2021); Una nazione incompiuta. L’Italia: dal sistema dei partiti alla crisi della democrazia (2022).