Autore: Alberto Cossu – 10/09/2023
L’India dà un aiuto all’Occidente nel summit G20
Il summit del G20 di New Delhi riesce dalla prima giornata a produrre una dichiarazione condivisa dei paesi partecipanti dissolvendo i dubbi della vigilia che il processo di raggiungimento del consenso sarebbe stato piuttosto travagliato considerate le differenti posizioni degli stati membri.
La formula “un solo pianeta, una sola famiglia, e condivisione di un solo futuro” ha raccolto l’approvazione dei leader presenti. Questo riflette la convinzione che il mondo è interconnesso e che dobbiamo tutti lavorare insieme per risolverne problemi. Insomma, i leader del G20 riconoscono le sfide che il mondo sta affrontando e si impegnano a lavorare insieme per risolverle. Si concentrano in particolare sul cambiamento climatico, la povertà, la disuguaglianza e lo sviluppo economico.
In questa prospettiva. Il summit si è focalizzato in modo particolare sugli investimenti infrastrutturali come stimolo per lo sviluppo economico ed in particolare quello dei paesi del Global South attenuando gli aspetti più conflittuali, come per esempio il conflitto tra Ucraina e Russia che si prospettavano come divisivi.
La Russia non viene condannata ma considerato che il dissenso su questo punto avrebbe condotto ad un esercizio forse impossibile di raggiungimento del consenso unitario si è preferito lanciare un appello e una condanna generica contro l’utilizzo della guerra per impadronirsi di territori appartenenti ad altre entità statuali.
È stata data invece, particolare enfasi all’apertura di un corridoio logistico tra India e Mediterraneo e l’annuncio della volontà europea di investire in infrastrutture logistiche in Africa e soprattutto in Angola. Inoltre, l’Unione Africana che in qualche modo rappresenta una parte del Global South è stata invitata come membro permanente del G20 grazie all’impegno dell’India che, sin dall’assunzione della presidenza, ha perseguito questo risultato.
Del corridoio India Mediterraneo si parlava già da qualche tempo, subito dopo l’accordo di Abramo del settembre 2020 che aveva aperto nuove prospettive di dialogo nel Medio Oriente. In particolare, Israele e gli Emirati arabi, Bahrein, Sudan, unendosi ad Egitto, Marocco avevano ripreso i rapporti diplomatici avviando una stagione di dialogo e di relazioni economiche proficue per tutti. Lo stesso NYT all’epoca attraverso la “penna” del suo principale esperto di Medio Oriente lo definì un terremoto politico. Il problema palestinese rimaneva sempre aperto ma almeno si perveniva a creare delle condizioni per avviare un clima positivo che poteva favorire sviluppi futuri.
Il corridoio è un collegamento logistico tra i porti di Mumbai, Dubai e Haifa e quindi il mediterraneo in grado di offrire una proiezione all’India anche verso l’Europa. Il progetto nasce come un’alternativa alla Via della Seta cinese a cui l’India ha rifiutato di unirsi. Infatti, è stata interpretata come un modo per tagliar fuori l’India. Il Corridoio con il Pakistan, incentrato sul porto di Gwadar, è un asse portante della Via della Seta. Viene visto, però, come un tentativo da parte cinese di scavalcare il subcontinente indiano e superare il choke-point dello stretto di Malacca che è controllato dall’India.
Il progetto originario prevedeva di fare perno anche sul porto di Chabahar in Iran per la direzione verso Nord e Centro Asia in particolare verso l’Afghanistan paese con il quale, prima del ritiro dal paese delle truppe americane e Nato, aveva rapporti commerciali in funzione anche di un rilancio dello stesso che poi è svanito. Tutto questo perché il quadro dei rapporti con il Pakistan impediva una relazione diretta via terra.
Oggi il progetto di collegamento ottiene l’appoggio della Arabia Saudita che sarà attraversata da una linea ferroviaria ma ancora più importante la legittimazione in un contesto internazionale come il Summit del G20.
Insomma, sembra che da questo Summit l’India sia il paese che è riuscito a massimizzare di più di altri l’interesse nazionale. Ha evitato che argomenti spinosi come la guerra tra Russia e Ucraina prendessero il sopravento accontentando in qualche modo la Russia che rimane sempre un partner importante, ha ottenuto la legittimazione per il progetto di corridoio India-Med indispensabile per proiettare l’India in Medio Oriente e verso il mediterraneo ma anche per proporre le produzioni agricole e quindi per dare un aiuto importante all’India agricola. Il progetto, infatti, si inserisce in un accordo di collaborazione con Israele per l’assistenza nelle tecnologie avanzate nel settore agricolo e la creazione di una catena di depositi tecnologicamente avanzati – in partnership con gli Emirati Arabi – per il trasporto dei prodotti agricoli indiani verso destinazioni medio orientali e mediterranee. Infine, ha dato l’opportunità all’Occidente e in particolare agli Usa di presentarlo come una sua creazione in assenza di alternative valide.
L’Europa non sta a guardare e propone sulla scia Indiana un progetto strategico con l’Africa ed in particolare con l’Angola. La Cina forse si vede presa in contropiede ma ha energie e risorse per poter presentare proposte alternative o che si possano integrare.
Da questo summit sembra evidente l’intenzione di concentrasi più su problematiche che attirano l’attenzione di tutti come lo sviluppo economico nei paesi meno sviluppati ed in particolare l’Africa che viene ammessa tramite l’Unione Africana al summit in mondo permanente. Un risultato importante perché una parte di modo avrà l’opportunità di presentare la propria visione delle cose e sviluppare progettualità in funzione delle proprie necessità di sviluppo economico.