Autore: Gino Lanzara – 04/03/2022
La marcia verso ovest del Cremlino
Gino Lanzara
La Storia può essere interpretata secondo diversi paradigmi; non indulgere nella ricerca di provvidenzialismi affini a sensibilità vichiane porta a considerare svolgimenti deterministici, oggettivi e viranti su dimensioni realistiche che elidono per loro stessa natura afflati ideologici. Clausewitz è stato l’interprete di un pensiero inequivocabile: la guerra non è che la continuazione della politica con altri mezzi. La guerra non è, dunque, solamente un atto politico, ma un vero strumento della politica, un seguito del procedimento politico, una sua continuazione con altri mezzi; il realismo politico porta dunque sia ad una declinazione precisa del rapporto tra guerra e potere sovrano, per cui è la politica che diventa guerra mutando la natura dei suoi stessi strumenti, sia ad una concettualizzazione dell’idea di pace armata quale situazione immediatamente antecedente e successiva allo scontro, non priva di tensione ed avente in nuce lo status della possibile degenerazione. Anche in Ucraina si deve diradare la nebbia misurandosi con il metro imposto da quella che George Friedman definisce la grammatica della guerra, nel tentativo di dissipare le incertezze dando un senso compiuto alle cose e stigmatizzando ciò che si teme di più. Gli esperti di psy-ops cercano di manipolare le persone: i russi vogliono che gli ucraini si convincano della disperata irreparabilità della loro situazione, mentre gli ucraini puntano all’autoconvincimento di una possibilità di successo connaturata alla fede nella propria nazione. L’unico risultato logico è quello di vivere ogni attimo dello scontro come una follia inintelligibile, dove una sintassi ideale e razionale conduce a definire le domande che sembra logico porsi. Nell’invadere l’Ucraina, forte delle esperienze maturate in Georgia, Abkhazia, Ossezia, Transnistria, Vladimir Putin si è posto come una nuova Caterina la Grande che, tra il 1762 ed il 1796, lanciò l’esercito russo alla conquista del meridione; si diresse a Kiev, poi sul Mar Nero, si unì a Prussia ed Austria, frammentò la Polonia, il cui terzo orientale divenne la metà occidentale dell’odierna Ucraina. È il vecchio continente, le radici delle cause dei conflitti non possono che affondare nella storia per affiorare nell’insicurezza di Mosca, che prevarica i vicini in una difesa preventiva, e nella volitività americana tesa a preservare un’egemonia volta a proteggere i bastioni politici su cui si infrangono i marosi russi.
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Gino Lanzara – Ufficiale Superiore del Corpo di Commissariato Militare Marittimo. Laureato in management e comunicazione d’impresa, Scienze diplomatiche e strategiche, master in epistemologia e didattica, analista in geopolitica e sicurezza. Collabora con diverse testate online occupandosi di geopolitica. Per GoWare ha pubblicato “Guerra economica”