Autore: Giuseppe Romeo – 18/02/2022
Ucraina. Le ragioni di Putin (e della Russia) e l’azzardo a stelle e strisce. (tramite la Nato).
18 febbraio 2022
Era il settembre del 2014 quando la crisi Ucraina si affacciava all’orizzonte degli eventi che di lì a qualche anno avrebbero mutato lo sguardo non solo sul mondo di allora, ma su come il mondo si sarebbe presentato nei prossimi anni e con esso l’Europa. Al di là delle primavere arabe e delle rivoluzioni diversamente colorate, sembrava che, a distanza di poco più di dieci anni la potenza vincitrice della Guerra Fredda, gli Stati Uniti, avrebbe dovuto raccogliere i frutti di un impegno su più fronti, di uno sforzo economico e militare condotto in nome di un universalismo democratico da esportazione sia in Medio Oriente che in Asia Centrale e, ovviamente, nel cortile europeo con l’allargamento della Nato ad Est.
Affrontare oggi la crisi tra Stati Uniti e Russia per l’Ucraina nella Nato non è cosa da poco e non può lasciarsi dietro le spalle, qualunque sia il presupposto intenzionale, ciò che la storia ha provocato, prodotto e produce nel tempo. L’Ucraina non è solo terra di confine come il suo nome vorrebbe consigliarci e magari chiudere un primo cerchio su una sorta di destino già scritto. Essa è quel gate della storia, quel nucleo originario di prima organizzazione politica del potere che nei secoli avrebbe portato alla creazione della Russia imperiale.
La Russia deve molto alla vichinga Rus’ di Kiev (860 d.C) e al suo re – Oleg di Kiev, o anche noto come Oleg di Nóvgorod – per l’avvio di quella che sarebbe stata un’esperienza più che millenaria; un ricordo, questo, che non è solo un esercizio per eruditi del momento visto che, per Francis Fukuyama, la storia doveva ritenersi conclusa all’alba del Duemila, lasciando i destini del mondo all’ultima potenza sopravvissuta alla Guerra Fredda: gli Stati Uniti. Ma così non è stato e così non lo è oggi.
Che si sia creduto e che si creda ancora che Putin giochi allo zar o che si giustifichi una nuova possibile futura, per quanto improbabile, una guerra “democratica” targata Nato, leggasi Stati Uniti, che potrebbe prima o poi trascinare il continente europeo in un nuovo baratro, la verità è che ancora una volta il gioco di potenza si sposta in Europa. Una scelta che sembra voler restituire centralità strategica ad un continente passato in secondo piano rispetto agli interessi ben più prevalenti che si sovrappongono in Asia e nella regione del cosiddetto Indo-Pacifico.
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GIUSEPPE ROMEO, è un analista politico, pubblicista ed accademico. Dopo aver frequentato l’Accademia Militare di Modena e la Scuola Ufficiali Carabinieri, ha conseguito le lauree in Giurisprudenza, Scienze Politiche e Scienze Strategiche iniziando diverse collaborazioni universitarie in materia di Diritto dell’Unione europea, Storia dei trattati e politica internazionale, Sociologia delle relazioni internazionali, Analisi della politica estera, Relazioni internazionali, Studi strategici e Storia delle relazioni internazionali. Ha scritto per diverse riviste su argomenti di politica della difesa e di relazioni internazionali. Tra queste, «Rivista Militare», «Informazioni della Difesa», «Affari Sociali Internazionali», «Eurasia», «Imperi» e «Rivista di Politica». Tra i vari saggi pubblicati si ricordano: La politica estera italiana nell’era Andreotti (2000); Eurosicurezza. La sfida continentale. Dal disordine mondiale ad un ordine europeo (2001); La fine di un mondo. Dai resti delle torri gemelle una nuova teoria delle Relazioni internazionali (2002); La guerra come destino? Palestinesi ed israeliani a confronto. La paura della pace (2003); L’acqua. Scenari per una crisi (2005); All’ombra della mezzaluna. Dopo Saddam, dopo Arafat, dopo la guerra (2005); Il Fronte Sud dell’Europa. Prospettive economiche e strategie politiche nel Mediterraneo (2007); L’ultimo soldato. Pace e guerra nel nuovo mondo (2008); La Russia postimperiale. La tentazione di potenza (con Alessandro Vitale, 2009); Un solo Dio per tutti? Politica e fede nelle religioni del Libro (con Alessandro Meluzzi, 2018). Da Vienna a Parigi. Gli ultimi giri di valzer. La Grande Guerra, la Conferenza di pace e il nuovo ordine mondiale. Storia di un’Europa sconfitta (2021); Guerre Ibride. I volti nuovi del conflitto (2021).