Autore: Alberto Cossu – 23/06/2019
Si svolgerà a Gerusalemme il 24-25 giugno un incontro, attivamente organizzato da Israele, in cui si incontreranno i responsabili della sicurezza nazionale di Russia, USA e Israele. Mosca ha precisato che non sarà un summit sulla sicurezza nel Medio- Oriente ma semplicemente un incontro tra esperti sminuendone l’importanza. E’ certo, però, che in un momento di così alta tensione un meeting di questo genere fa sorgere interrogativi e alimenta ipotesi sulle reali finalità. La situazione in Medio Oriente sembra sempre più aggravarsi per le tensioni tra USA e Iran, che certamente complicano la ricerca di soluzioni per la crisi siriana e la questione palestinese. Il piano di investimenti USA, un pilastro del grande accordo per la pacificazione dei rapporti tra Israele e Palestina voluto dall’amministrazione Trump, non è stato accolto favorevolmente, e i negoziati, guidati dalla Russia per trovare una via che porti a soluzioni ragionevoli in Siria, sono ancora lontani dal produrre risultati concreti.
L’agenda del meeting trilaterale, a cui partecipano i consiglieri per la sicurezza nazionale John Bolton (Stati Uniti), Nikolai Patrushev (Russia), Meir Ben Shabat (Israele) dovrebbe prevedere discussioni relative alla situazione della Siria e al ruolo giocato dall’Iran nell’area. Ovviamente un incontro di questo genere alimenta speculazioni che le parti intendano verificare la possibilità di trovare punti di convergenza su cui eventualmente costruire i presupposti di un accordo in grado di superare l’attuale situazione di impasse Medio-Orientale.
Secondo numerose fonti accreditate la Russia dovrebbe tentare di convincere l’Iran a ritirare le truppe dalla Siria ed in cambio USA e Israele riconoscerebbero il regime siriano di Bashar al- Assad aprendo la strada alla ricostruzione internazionale del paese e alla sua pacificazione. Le sanzioni USA verrebbero rimosse.
Da parte Russa c’è estrema prudenza rispetto ai contenuti dell’incontro. Infatti sedersi al tavolo insieme a USA e Israele, in una situazione in cui i due paesi hanno rapporti di alta tensione nei confronti dell’IRAN, può comportare fraintendimenti e conseguenze indesiderate.
È certo che tutti i partecipanti all’incontro hanno bisogno l’uno dell’altro. Gli USA vedono, ogni giorno che passa, il rapporto con l’Iran deteriorarsi e scivolare verso un possibile scontro armato, sebbene ambedue i paesi dichiarino di non volerlo. Le ulteriori sanzioni americane su altri settori dell’economia iraniana (gas)peggioreranno ulteriormente la situazione riducendo le entrate finanziarie del regime ed esasperando le tensioni.
In questo contesto la Russia potrebbe essere un attore che dispone di reputazione e influenza per indurre il regime iraniano verso posizioni meno intransigenti e sbloccare la situazione. Un ritiro delle milizie iraniane dalla Siria sarebbe un segnale positivo per gli Stati Uniti così come per Israele. Si potrebbero aprire nuovi scenari tali da condurre verso un percorso di pace anche tra Israele e Palestina. Gli USA potrebbero agevolare gli sforzi della Russia per la pacificazione della Siria ottenendo in cambio il riconoscimento del regime ma anche risorse finanziarie per la ricostruzione che diversamente non sarebbero reperibili così facilmente a meno che non si voglia coinvolgere la Cina come qualcuno ha prospettato.
Insomma nell’incontro di Gerusalemme forse non si discuterà nel dettaglio di un piano di questo genere ma speriamo che si arrivi alla consapevolezza che nessuno degli attori ha in mano carte risolutive di una situazione Medio Orientale che ogni giorno che passa diventa sempre più complicata e pericolosa. Comunque anche se sarà un incontro tecnico deve essere registrato come un passo avanti verso il dialogo per esplorare possibilità che conducano ad un percorso di pace.
Alberto Cossu. analista di Vision & Global Trends. International Institute for Global Analyses – Italia